Condannato nel marzo 2019 a tre anni per presunta violenza sessuale sull’amministratrice di una società informatica oggi settantenne, il nipote 40ennedel marito di lei, B.C., difeso dall’avvocato Andrea Ricci, è stato assolto in appello (presidente Boscherini) ’perché il fatto non sussiste’. Mille euro invece per le riconosciute lesioni. In attesa delle motivazioni, pare che il collegio non abbia ritenuto provate le dichiarazioni della donna. Lei parlò di una aggressione. Lui era entrato in ufficio, lei gli aveva detto di andarsene. Poi la minaccia, forse con un coltello; per l’accusa poi il tentativo di violenza accompagnato da una frase inequivocabile e palpeggiamenti.
Il rapporto tra lei, il marito e l’imputato, era difficile. C’erano state altre denunce. Ma B.C. ha sempre sostenuto che le cose andarono diversamente. "Lavoravo lì da 15 anni: badante, autista, giardiniere. Però non mi pagavano. Andai in ufficio per renderle le chiavi che lei mi aveva dato per innaffiarle le piante. Chiesi un biglietto per andare in Albania, lei mi rispose ’ti ammazzo se non te ne vai’ picchiandomi e spingendomi verso la porta. Mi girai per difendermi, la tenni per le spalle, in mano avevo solo le chiavi".