Veronesi a 36O°: "Io e Firenze, come un’amicizia"

Il regista e sceneggiatore stasera al cinema Principe per presentare "Romeo è Giulietta" con Pilar Fogliati .

Veronesi a 36O°: "Io e Firenze,  come un’amicizia"

Veronesi a 36O°: "Io e Firenze, come un’amicizia"

Stasera alle 20:30, al cinema Principe di Firenze, il regista Giovanni Veronesi presenterà il suo nuovo film, "Romeo è Giulietta", insieme alla protagonista Pilar Fogliati. Dopo la proiezione, i due si intratterranno con il pubblico, per raccontare come è nato questo film.

"La mia vita si è sempre incrociata con Firenze non avrei mai rinunciato a questa tappa", dice Veronesi, impegnato in un tour di presentazioni nelle principali città italiane. "Io sono pratese, ma il mio maestro, amico e fratello Francesco Nuti era nato a Firenze. Come Leonardo Pieraccioni, insieme al quale abbiamo scritto ‘Il ciclone’ e tanti altri film. Mi sento un po’ fiorentino anch’io".

Com’è Firenze vista da un pratese?

"I fiorentini sanno di avere la storia, l’arte nel loro Dna, sono chic, tengono la testa alta, il naso all’insù. Noi di Prato siamo ruvidi, selvatici, siamo cresciuti col rumore costante dei telai. Però siamo noi che abbiamo portato a Firenze la neve, a luglio!".

Quando giraste con Nuti "Caruso Pascoski"?

"Esattamente. Era il 4 luglio, e di notte cospargemmo piazza Santa Croce di sale, per simulare la neve, e all’alba riempimmo la piazza di sciatori. La gente si svegliò con la piazza tutta bianca, la gente che sciava, e disse: ‘Mah... ho capito che l’è un film, ma qui s’esagera!’".

Che cosa fa, quando è a Firenze?

"Amo mangiare i panini tartufati da Procacci. E poi vado in qualche ristorante ‘in buca’, dove ancora si mangia benissimo".

È di Firenze il suo amico Massimo Ceccherini.

"Massimo è un talento vero, il più sincero e il più autentico degli artisti con i quali ho lavorato. Pochi hanno capito che lui ha una vena poetica clamorosa. Era amato e odiato dai tassisti fiorentini:si buttava dall’auto in corsa... Adesso che è più calmo, e che è candidato all’Oscar come sceneggiatore di ‘Io capitano’, gli offrono la corsa".

A Firenze ha fatto molte masterclass con gli studenti di una scuola di cinema...

"Sì: è la scuola Immagina di Beppe Ferlito. Uno che crede al cinema indipendente. Ha allievi entusiasti: mi piace parlare con loro, capire cosa passa nella testa. ‘Romeo è Giulietta’ parla di attori che non vogliono seppellire il loro sogno".

E’ una storia di seconde occasioni.

"Ci siamo schierati dalla parte di quelli che sbagliano, che falliscono".

Qual è il pubblico che vorrebbe vedere, stasera?

"Il pubblico giusto sono le persone che hanno sbagliato almeno una volta nella vita. ‘Romeo è Giulietta’ è dedicato a chi ha sbagliato almeno una volta".

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