Vandali al Banti, la storia infinita

Ancora polemiche sull’ex sanatorio di Pratolino. I cittadini chiedono interventi più puntuali sulla sicurezza

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Nei giorni scorsi l’Asl ha denunciato nuovi e pesanti atti vandalici all’interno dell’ex sanatorio Banti di Pratolino. Alcuni cittadini che da anni denunciano lo stato di abbandono dell’edificio attraverso la pagina Facebook ‘Salviamo l’ex sanatorio Guido Banti’ (tra i quali Barbara Picozzi e Daria B. Urbex), hanno però inviato una lunga e dettagliata Pec ad Asl Toscana Centro, ponendo domande in merito alla qualità dei lavori che, solo poche settimane fa, sono stati eseguiti per rimuovere la vecchia copertura contenente amianto. E avanzando la tesi che non tutto possa essere attribuito ai vandali.

"La guaina apposta a protezione del tetto - scrivono - dopo nemmeno 20 giorni dalla fine dei lavori risulta in più punti già rotta, inutilizzabile e quindi da sostituire".

Di rimando invece la Asl, contattata ieri dalla nostra redazione, ribadisce che si tratti di atti di vandalismo. E spiegano nel dettaglio: "E stato verificato che le guaine sono state deliberatamente strappate con dei ferri (ritrovati sul posto) che sono stati asportati dalla muratura (c’è la documentazione fotografica). Inoltre è stato tentato, senza successo, di staccare un pezzo di conversa che è rimasta appesa in facciata ed inoltre è stato divelto e lanciato da una finestra un termosifone".

Grazie a questo comportamento, concludono, dovrà essere impiegata una piattaforma per andare a rimuovere la parte pericolante. Intanto però i cittadini chiedono spiegazioni in merito ai provvedimenti adottati per riparare alcuni buchi che erano presenti nel tetto e allo smaltimento delle aste di legno sulle quali in origine era fissata la copertura contenente amianto. E in merito alle converse in lamiera anche loro sottolineano come queste siano pericolosamente "Attaccate per poco a sventolare giù dal sesto piano dell’edificio" nelle vicinanze del quale circolano quotidianamente persone autorizzate.

Insomma, da una parte si richiamano le azioni e le responsabilità dei vandali; dall’altra si chiedono garanzie sulla qualità del lavoro eseguito. Due visioni opposte dei problemi del ‘povero’ Banti. Che nel frattempo rimane silenzioso ad osservare Firenze dall’alto.

Il tutto mentre le due cittadine argomentano ancora la loro posizione anche con il fatto che si tratterebbe di una falda del tetto difficilmente accessibile a meno di non correre troppi rischi. Insomma, non se ne esce. E il dibattito continua…

Nicola Di Renzone

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