REDAZIONE FIRENZE

Una storia dolce amara per riflettere sulla vita

L’attrice Silvia Frasson porta in scena ’Le voci della sera’. Sarà in anteprima nazionale . al Teatro di Antella.

Una storia dolce amara per riflettere sulla vita

Il romanzo ’Le voci della sera’, scritto durante il soggiorno di Natalia Ginzburg a Londra, sbanca a teatro. L’opera è uscita nel 1961 ed è stata definita da Italo Calvino "il più bel romanzo" mai scritto da Ginzburg, che aveva pregato lo scrittore di "leggerlo con amore". Cosa che ha fatto Silvia Frasson, che dopo anni e mesi di ricerche porta in teatro, per la prima volta, il testo della scrittrice italiana, con il suo adattamento, la sua regia e nel ruolo di interprete. Sarà in anteprima nazionale da giovedì 13 a sabato 15 aprile ore 21 (domenica 16 alle ore 17) al Teatro di Antella a Bagno a Ripoli. "Natalia Ginzburg scrive sempre in prima persona. Scrive ’io’. Si mette dentro la storia, racconta, vive, mostra le cose come se le vedesse, per farle vedere al lettore. È impossibile non seguirla nel suo racconto", spiega Frasson. Nella narrazione de ’Le voci della sera’, l’attrice sostituisce la voce alla parola scritta, e veste i panni e lo sguardo di Elsa, protagonista a cui la Ginzburg affida il racconto di questo delicato romanzo sulle relazioni, sui rapporti umani, sulle abitudini e disabitudini d’amore, sui sentimenti da cui non tutti si lasciano travolgere.

"Ritratto perfetto, scritto più di 60 anni fa, di un modo indeciso e impermeabile di vivere la propria vita e le relazioni con gli altri". I personaggi che animano la storia sono molti: il vecchio Balotta e sua moglie Cecilia, i figli del vecchio Balotta e il Purillo, la signora Ninetta Bottiglia e sua figlia Giuliana, la madre di Elsa e zia Ottavia, e infine Elsa e il suo Tommasino. Tutto si svolge nel paese in cui vivono, a pochi chilometri dalla città, così chiuso e ristretto nelle sue abitudini di pensiero, nel suo modo di concepire la vita, soprattutto la vita di una giovane donna.

Tutti i personaggi passano attraverso il corpo e l’immaginario di una sola attrice: alcuni di loro animano scene e momenti esilaranti, dialoghi pieni di ironia, strappano sorrisi e leggerezza, altri riempiono lo spazio scenico di travolgente sentimento, per cui si rimane senza fiato. "Leggiamo la Ginzburg e riconosciamo le cose per quello che sono. E’ dunque autrice perfetta da portare in teatro, luogo dove le persone possono sentirsi raccontate, viste, comprese", conclude Frasson.