FABRIZIO MORVIDUCCI
Cronaca

Un ponte d’amicizia con l’America: "Il legame con la città è indissolubile"

Va in pensione Robert Shackelford, uno dei pilastri dell’integrazione tra le comunità italiane e statunitensi

Un ponte d’amicizia con l’America: "Il legame con la città è indissolubile"

Un ponte d’amicizia con l’America: "Il legame con la città è indissolubile"

"Voglio ringraziare Scandicci per questi anni. Ma non è un addio". Robert Shackelford è uno dei pilastri dell’integrazione tra le comunità italiane e statunitensi a Firenze e in Toscana. E resterà tale anche se ha lasciato la guida della sede scandiccese della Harding University che ha guidato dal 1990. Resterà qui a vivere, continuerà il suo lavoro di collante tra Italia e Usa, lo stesso lavoro che per tanti anni ha svolto anche per i suoi studenti, arrivati dall’Arkansas per studiare l’arte rinascimentale.

Come mai ha deciso di restare a Scandicci?

"Non potevo andarmene. Ho l’Italia nel sangue. Sono nato a Napoli, ho vissuto i primi cinque anni della mia vita a Palermo. Nell’estate del ’66 sono arrivato a Scandicci con mio padre chiamato a dirigere la scuola biblica della Chiesa di Cristo che si trova alle Bagnese. E’ stato sempre mio padre a dare vita al progetto della Harding, a trovare la villa in via di Triozzi dove ora si trova la sede dell’Università. Arrivato il momento della pensione, con mia moglie Ramona abbiamo deciso di restare".

Come si è trovato a Scandicci?

"Con la città abbiamo molto collaborato in questi anni. Tanti sono stati i progetti insieme anche con le scuole del territorio. Per le migliaia di studenti che sono arrivati qui in collina, Scandicci è stata subito casa: è una città tranquilla come base per vivere la cultura locale, partecipare a iniziative comunali come la corsa per la legalità o pulire i sentieri insieme a ragazzi italiani. Voglio ringraziare in particolare i sindaci Simone Gheri e Sandro Fallani ai quali sono legato anche da un rapporto che da lavorativo è diventato personale".

Quando tornerà negli Stati Uniti?

"Nelle prossime settimane. Mio padre compie 90 anni, e non sono mai andato a festeggiarlo perché in questo periodo ci sono i corsi e gli studenti. Per questa ricorrenza importante ci sarò, e anche per testimoniare il fatto che da lui è partito tutto".

Lei è sempre stato impegnato per favorire conoscenza e scambio tra italiani e americani, ha ricoperto il ruolo di segretario dell’Associazione dei College Usa che hanno progetti in Italia, ora cosa farà?

"Continuerò a lavorare per questo, per tanti anni coi gli studenti abbiamo organizzato momenti di sport, scambi di italiano-inglese con gli studenti del liceo Russell Newton e lezioni d’inglese per i ragazzi della scuola Spinelli. Stiamo lavorando anche a un evento sulla memoria con l’associazione ‘Be the difference-Never Again’ per unire italiani e americani sul ricordo dei caduti della II guerra mondiale nell’80 anniversario dalla liberazione di Firenze".