Un affare per pochi Venti big del settore gestiscono mille alloggi

Gli affitti brevi sono un affare per pochi, strutturati, colossi dell’immobiliare. Almeno a Firenze. È ciò che emerge dai due portali specializzati, Inside Airbnb e AirDna. Sono venti giganti del settore che controllano più di mille appartamenti, oltre il 10% dei 10.867 attivi in città. I primi tre “super host” hanno più di trecento appartamenti, quasi tutti nell’area Unesco. Mentre l’87% degli appartamenti viaggia a 192 euro a notte.

Inoltre, secondo i calcoli fatti sulla base della soglia minima di notti che i proprietari impostano per le proprie inserzioni, a Firenze il 98,1% degli affitti è breve termine. Nello specifico: gli annunci con minimo una notte sono 3.673, minimo due notti 4.042, e minimo tre notti 2.024 (poi le statistiche crollano a poche centinaia di annunci).

La nuova norma del governo Meloni, invece, va in direzione contraria, in quanto conterrebbe un vincolo che fissa la durata minima del soggiorno, nei centri storici delle 14 città metropolitane (tra cui ovviamente c’è anche Firenze) a non meno di due notti perché possano essere considerati “affitti brevi”, con i relativi benefici fiscali del caso. Una regola alla quale si può derogare nell’ipotesi in cui conduttore sia un nucleo familiare numeroso composto da almeno un genitore e tre figli, che potrebbero continuare a pernottare anche una sola notte. La norma inoltre non si applicherebbe ai comuni sotto ai 5mila abitanti. A fronte del duro attacco del sindaco Dario Nardella, Airbnb, contattato da La Nazione, spiega che "ha da sempre auspicato una regolamentazione quadro sugli affitti brevi e apprezza il processo di consultazione intrapreso dal ministero del Turismo". Aggiungendo che: "L’armonizzazione nazionale dei codici di registrazione è benvenuta, in quanto garantisce un contesto più lineare a chi affitta l’immobile di famiglia per far quadrare i conti e permette alle autorità di accedere alle informazioni necessarie per contrastare gli abusi". La multinazionale rimane cauta, anche sulle possibili strette minacciate dal primo cittadino di Firenze: "Permangono dei dubbi su alcune limitazioni che potrebbero andare a colpire la piccola proprietà privata – chiosano dal gigante degli affitti – sulle quali restiamo in attesa di poter fornire il nostro contributo al tavolo di lavoro".

Pietro Mecarozzi

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