
Un treno in una foto di repertorio Ansa
di Manuela Plastina "La risposta del presidente Giani e dell’assessore Baccelli sui treni dell’Aretina è insufficiente, debole e insoddisfacente". Non è piaciuta al Comitato Pendolari Valdarno Direttissima la replica da parte della Regione alle richieste di chiarimenti sulla notizia arrivata dall’assessore ai trasporti dell’Umbria: dal primo gennaio, Rfi avrebbe deciso di deviare tutti i treni interregionali dalla Direttissima alla Linea Lenta, coinvolgendo dunque tutto il territorio del Valdarno.
"Si sapeva che la Regione fosse contraria a questo spostamento - dice il portavoce Maurizio Da Re -, ma non che fosse al corrente della decisione ormai presa, tenendola nascosta e aspettando, nel silenzio, la risposta di Rfi a una sua lettera del 4 maggio". E ancora: "La conclusione dei lavori sul nodo AV di Firenze come motivazione del rinvio dei treni sulla lenta non regge: il sottoattraversamento – aggiunge – è in forte ritardo e comunque non risolverebbe i problemi delle interferenze dei treni ad alta velocità con i regionali. Il "collo di bottiglia" è a Rovezzano e non dopo Campo di Marte-Santa Maria Novella". Anche l’attesa del completo rinnovo del materiale rotabile "non regge: è in forte ritardo da parte di Trenitalia anche la consegna dei nuovi Pop 200, adatti alla Direttissima per la loro velocità a 200 km/h".
Da Re chiede anche perché i sindaci del Valdarno non siano stati coinvolti dalla Regione e non abbiano ricevuto risposte rispetto alla promessa revisione degli orari sulla tratta aretina prevista per giugno. Solidarietà ai "colleghi" del comitato pendolari anche dal Movimento Consumatori Toscana che chiede con urgenza alla Regione di convocare un nuovo tavolo tecnico con le associazioni e "di difendere il servizio ferroviario regionale invece di accettarne il ridimensionamento".