Su Costa San Giorgio volano gli stracci nel Pd Domenici: "Sempre stati contrari alla vendita"

L’immobile "avrebbe dovuto avere destinazioni pubbliche". Nardella: "E’ stato fatto un concorso internazionale di idee"

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Non c’è pace sulla collina di Costa San Giorgio. Sull’antico convento, poi caserma dedicata alla scuola di sanità militare acquistato (ormai nel 2015) dal magnate argentino Lowenstein e destinato a diventare un albergo di lusso, continua a imperversare la polemica. E anche nel Pd volano gli stracci. Almeno fra vecchi e nuovi amministratori.

Al consiglio di quartiere 1 aperto alla cittadinanza che si è svolto nei giorni scorsi molte sono state le voci contrarie all’operazione immobiliare, anche se ormai a giochi fatti visto che l’antico complesso è di proprietà privata.

"In sede di consiglio di quartiere – spiega l’assessore all’urbanistica Cecilia Del Re – ho più volte sottolineato che l’amministrazione Domenici nel 2003 al momento della firma del protocollo chiese destinazioni pubbliche per la ex Caserma Vittorio Veneto, ma l’allora Governo Berlusconi andò a diritto inserendo il complesso nell’elenco dei beni da alienare. Il Comune non ebbe la possibilità di esercitare il diritto di prelazione per i tanti impedimenti economici legati al patto di stabilità. Questi sono i fatti di allora e che hanno portato poi alla privatizzazione del bene".

Ma sul tema Domenici e i suoi assessori (Biagi, Matulli e Albini) ci tengono a far rimbalzare più lontano possibile la palla delle responsabilità. "Il complesso immobiliare di Costa San Giorgio è stato venduto da Cassa depositi e prestiti all’imprenditore argentino Lowestein nell’ottobre del 2015. Fino ad allora l’immobile era di proprietà pubblica. Non più del ministero della Difesa ma della Cassa depositi e prestiti. È quindi pretestuoso, oltreché fuorviante, assegnare responsabilità su questo intervento alla giunta Domenici (che si è conclusa nel 2009 ndr). Il Comune di Firenze avrebbe avuto, e ha tuttora, la possibilità di regolare in modo più consono alle esigenze del quartiere la destinazione d’uso del complesso di Costa San Giorgio". E’ netto l’ex sindaco Leonardo Domenici, insieme agli ex assessori della sua Giunta Giuseppe Matulli, Tea Albini e Gianni Biagi sul complesso di Costa San Giorgio. "Costa San Giorgio – aggiungono – per la sua collocazione fra Forte Belvedere e il Giardino di Boboli, per le sue caratteristiche storico architettoniche, per il ruolo che ha avuto storicamente nella città avrebbe ben potuto essere utilizzata con destinazioni pubbliche o di pubblico interesse. È sempre stata ed è ancora la nostra posizione dal 2003".

Una lettura che la giunta Nardella non accetta. Sul tema è più volte intervenuto il sindaco. "Per recuperare un bene di tale valore, non era possibile stabilire a priori le destinazioni d’uso, e per questo fu deciso di imporre al privato l’espletamento di un concorso internazionale di idee per individuare le funzioni compatibili. Il concorso, con i suoi primi tre classificati, ha individuato nella funzione ricettiva quella più adeguata". Palazzo Vecchio poi ha firmato una convenzione con il privato, per ampliare l’accessibilità pubblica dell’intero complesso, giardini e orti compresi. Spazi di fatto inaccessibili alla città sia quando l’immobile era un convento, sia quando era un caserma.

Pa.Fi.

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