Studi universitari Incentivi e costi

Quanto costa mandare i nostri figli alle università pubbliche? Dipende da vari fattori, ma diciamo che le tasse universitarie si aggirano mediamente sui 1.200 euro l’anno. Ma quanto costa allo Stato formare i nostri ragazzi ? Molto, direi tanto, forse addirittura troppo, in rapporto al mancato ritorno, se si tiene conto l’intero ciclo d’istruzione dalle elementari alla laurea. Alcuni rapporti hanno quantificato il costo di tale percorso per lo stato in 108.000 euro per ciascun studente, e quello universitario pubblico in euro 27.000 per ciascuno dei circa 1.500.000 studenti mediamente iscritti. E’ evidente che si tratta di un investimento enorme che lo Stato fa sulla formazione, sperando che lo stesso ricada poi nel nostro tessuto economico lavorativo e produttivo, anche in termini di entrate finanziarie come tasse sul lavoro e sul reddito. Purtroppo non è cosi, ormai da diversi anni molti laureati impostano le loro carriere lavorativa all’estero, evidentemente più attrattive. Ogni volta che un laureato se ne va dall’Italia, è un assegno di 108.000 euro che noi andiamo a versare sul conto di un altro Paese che poi ci farà la competizione sui mercati internazionali, spesso con le idee sviluppate da italiani che abbiamo formato con i nostri soldi. In sostanza regaliamo gratis figure professionali di alta formazione. Quindi vi è un doppio danno, quello economico e quello della mancanza di figure professionali di livello, ma se ne aggiunge addirittura un terzo. Per contrastare il fenomeno della “fuga di cervelli” all’estero, da diversi anni vi sono incentivi fiscali statali a favore sia dei soggetti professionali che rientrano in Italia, sia alle aziende che li assumono. Alcuni studi hanno stabilito che tra il 2008 e il 2017 sono emigrati 208mila giovani italiani, e per effetto anche degli incentivi fiscali, che prevedono una tassazione del reddito molto agevolata, sono rientrati nel periodo 2010 -2017, 14.000 lavoratori. Tuttavia nel tempo, dopo il bonus resistono poco e circa più della metà sono nuovamente ripartiti dall’Italia e il costo degli incentivi fiscali ammonta a svariati miliardi. E’ allora evidente, che per evitare queste storture, l’impostazione dell’intero welfare deve essere ripensata in modo radicale, con nuove politiche attive che incentivano i giovani a rimanere in Italia. L’alternanza scuola lavoro, l’orientamento e l’inserimento nel mondo del lavoro. Riformare o chiudere i centri per l’impiego che non funzionano, innovare la formazione professionale finanziandola a risultato ottenuto e non a progetto. Investire nella conciliazione tra tempo di lavoro e famiglia.

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