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Stagione lirica 2024 al Teatro del Maggio: Gianni Schicchi e Mavra in scena

Un accostamento unico chiude la stagione lirica 2024 al Teatro del Maggio con Gianni Schicchi e la rara Mavra di Stravinskij.

Una scena del “Gianni Schicchi“ portato sul palco del Maggio nel 2019

Una scena del “Gianni Schicchi“ portato sul palco del Maggio nel 2019

La stagione lirica 2024 del teatro del Maggio termina con un accostamento inconsueto. Insieme al popolarissimo atto comico, Gianni Schicchi, con cui si chiude l’anno del centenario pucciniano, sta una rarità: Mavra di Igor Stravinskij. Domenica 15 dicembre alle 17 in Sala Grande il sipario si alza su una scena unica e versatile che il regista Denis Krief riprende, adattandola, da un allestimento del 2019 in cui il Trittico pucciniano era proposto per intero. Sul podio, alla guida dell’Orchestra del Maggio, è Francesco Lanzillotta.

"Le due opere – spiega il sovrintendente Carlo Fuortes - sono praticamente coeve: lo Schicchi del 1919, Mavra scritta tra il ‘21 e il ’22: due commedie che rappresentano l’unità degli opposti. La prima, popolarissima e ambientata a Firenze (la storia di un truffatore che beffa una famiglia borghese lacerata per un’eredità), non ha bisogno di presentazioni. Nel ruolo del protagonista torna il baritono Roberto De Candia, che è il decano in una compagnia di canto di giovanissimi talenti. La seconda, pochissimo rappresentata, è un bellissimo omaggio di Stravinskij alla cultura russa di Puškin, Glinka e Cajkovskij".

Mavra, tratta da una novella in versi di Puškin, ha per protagonista una ragazza, Paraša (interpretata dal soprano Julia Muzychenko), che per poter incontrare l’amato ussaro Basil (il tenore Ivàn Ayón Rivas, che è anche Rinuccio nello Schicchi) all’insaputa della madre (il mezzosoprano Kseniia Nikolaieva), lo fa entrare in casa travestito da serva, di nome Mavra, e l’inganno si protrae fino a quando il soldato non viene sorpreso a radersi davanti allo specchio.

"Il fascino del programma – sottolinea Lanzillotta, che ha fatto del repertorio novecentesco il suo fiore all’occhiello – consiste nel fatto che le due partiture messe a confronto danno il metro con cui guardare a tutta la musica del XX secolo, un’epoca creativa in cui tutte le barriere estetiche sono state distrutte. Mavra è una sorta di archetipo dell’estetica neoclassica. Stravinskij ritorna al belcanto ottocentesco, la struttura è a numeri chiusi: arie, duetti, concertati. Ma un elemento nuovo risiede nell’uso dell’orchestra che in alcuni passi sovrasta le voci, che diventano uno dei tanti elementi nel tessuto orchestrale. Coesistono poi elementi ripresi dalla musica popolare come il ragtime o il walzer, come fa anche Puccini ne ‘La Rondine’".

"Si racconta che Stravinskij detestasse Puccini – aggiunge Denis Krief –. Non è stato semplice per me coniugare due mondi che non hanno nulla a che vedere l’uno con l’altro. E per giunta sulla stessa scena. Il regista Pëtr Cardynin negli anni ’20 trasse dalla stessa novella di Puskin il soggetto di un film muto che forse Stravinskij conosceva. Alcuni fotogrammi saranno proiettati sullo sfondo per dare agli spettatori un’idea di come questa semplice e delicata storia venisse raccontata al pubblico russo di quegli anni".

Altre tre le recite in cartellone: 18 e 20 dicembre (ore 20) e 22 dicembre (ore 15,30). La recita del 20 dicembre sarà trasmessa in diretta su Rai Radio 3.