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'Split Face', Quinn e la provocazione di un ritratto a Firenze

’Split face’, Quinn e la provocazione di un ritratto

I suoi ritratti composti in stile collage diventano volti sfigurati, deformati, matrattati. Uno stile pittorico unico e riconoscibile che entra nelle sale del Museo Bardini con la sua prima mostra monografica in Italia. Si tratta di Nathaniel Mary Quinn (Chicago, 1977) e l’esposizione dal titolo "Split Face". Attraverso un esercizio quotidiano, costante e meticoloso, l’artista americano ha perfezionato negli anni uno stile pittorico unico nel suo genere che affonda le sue radici tanto nel passato, richiamando alla mente la scomposizione e il collage tipici delle avanguardie storiche, quanto nella cultura visiva contemporanea. Split Face, a cura di Sergio Risaliti e Stefania Rispoli, presenta una selezione di dipinti, molti dei quali inediti, accanto alle opere della ritrattistica rinascimentale e dei maestri del Novecento esposti tra il Museo Stefano Bardini e il Museo Novecento, da Donatello, Pollaiolo e i Della Robbia fino a Felice Casorati, Virgilio Guidi, Carlo Levi e molti altri. Le sue opere, incentrate esclusivamente sulla pittura e sul ritratto, hanno uno stretto legame con il suo vissuto e mescolano l’universo biografico, popolato da eventi e persone a lui vicine, a quello immaginifico, sovrapponendo livelli di memoria e indagando la capacità di elaborare i ricordi nonché di percepire l’Altro. Sfidando il canone della bellezza che ha dominato la ritrattistica fino all’Ottocento, Quinn percorre la via aperta dai grandi maestri del Novecento, tra cui Picasso e Bacon, promuovendo una libertà di interpretazione della figura umana, della composizione, dell’equilibrio e della indagine psicologica.

O.Mu.