"Sopravviveremo grazie ai volontari"

Bellosi: "Verso un anno zero: serve un aiuto pubblico per le spese più grosse. Non si può chiedere alle famiglie"

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FIRENZE

Giovanni Bellosi, quanti soldi ci sono nelle casse della società che lei presiede, il Casellina?

"Circa 3mila euro, perché poco prima dello stop avevamo incassato delle sponsorizzazioni. Saremo presto a zero, con i pagamenti delle bollette in scadenza".

Il Casellina è sicuro di ripartire?

"Sì, siamo sicuri perché abbiamo una forte base di solidarietà interna e con il quartiere. Il problema è come si riparte: facendo leva sul volontariato puro, sui ragazzi di casa nostra. Torneremo all’anno zero. Ho notizie anche di situazione più complesse, però".

Avete chiesto un sacrificio alle famiglie dei tesserati o siete andati loro inontro?

"Innanzitutto abbiamo fatto noi uno sforzo, annullando il canone di locazione alla pizzeria per questi mesi. Le famiglie non potranno diventare il bancomat delle società, non sono da spremere visto che anche le famiglie stanno pagando questa situazione. I mesi di attività persi quest’anno troveremo il modo di farli recuperare, magari con un bonus fedeltà per chi resta"

E gli sponsor?

"La nostra base, qui, sono le pelletteria del distretto del lusso. Anche il loro apporto potrà essere pari a zero".

Quale intervento “pubblico“, della Federazione, del Governo o del Comune, darebbe alle società come il Casellina la certezza di non morire?

"Innanzitutto, specifichiamo che le voci che più pesano, per lo meno nel nostro bilancio, sono tre. Uno, i mutui: noi ce l’abbiamo per il ristorante, e deve dire che la banca con cui l’abbiamo acceso, una Bcc locale, ha lodevolmente applicato una sospensione. Due: le iscrizioni ai campionati. Andranno azzerate o comunque notevolmente ridotte. Il presidente del Comitato regionale della Figc, Paolo Mangini, è al nostro fianco per questa forma di aiuto. Terzo, le bollette: urge un accordo quadro tra Coni, Figc e gestori. Il costo delle utenze non può essere equiparato a quello che sostiene un’attività d’impresa. Però mi faccia dire un’altra cosa"

Prego.

"Serve anche un’evoluzione legislativa, ad esempio sulle modalità di assegnazione degli impianti, fare i bandi è sbagliato, bisogna premiare chi da anni sta sul territorio, trovare forme di affidamento diretto che consentano ai gestori di fare investimenti sugli impianti".

Pensa anche a una soluzione per la stagione sportiva?

"Mancano tra le sei e le otto giornate alla conclusione dei campionati giovanili, ma francamente non m’interessa. M’interessa invece che a settembre i campi siano aperti. I ragazzi hanno una voglia matta di giocare e sarebbe bello che in estate, se le norme lo consentiranno, si potesse organizzare qualcosa, magari andando incontro alle famiglie che non potranno andare in ferie".

Stefano Brogioni

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