LISA CIARDI
Cronaca

Sfruttati dal titolare. Al lavoro senza diritti per appena 3 euro l’ora

Indagato imprenditore che ha due negozi di barbiere a Firenze e Campi. Per i suoi dipendenti nessun riposo settimanale e niente formazione.

I carabinieri hanno scoperto lo sfruttamento nei negozi di barbiere

I carabinieri hanno scoperto lo sfruttamento nei negozi di barbiere

Mancato rispetto delle normative igieniche e di sicurezza sui luoghi di lavoro, ma soprattutto un sistema di lavoro basato sul caporalato. Queste le motivazioni che hanno fatto finire al centro delle indagini dei carabinieri il titolare di due negozi di barbiere collocati a Campi Bisenzio e Firenze.

Gli accertamenti, condotti dal luglio 2024 al marzo 2025, avrebbero consentito di disarticolare un sistema di sfruttamento organizzato ai danni di diversi lavoratori di nazionalità straniera, che versavano in grave stato di bisogno, giunti clandestinamente in Italia ma poi regolarizzati ed impiegati come parrucchieri e barbieri nei due esercizi commerciali.

Complessivamente sono stati identificati cinque lavoratori sfruttati, tutti di nazionalità marocchina, quattro dei quali in possesso di richiesta permesso di soggiorno per protezione internazionale. A far partire le indagini un controllo svolto nei mesi scorsi dal Nucleo carabinieri ispettorato del lavoro in una delle due barberie: durante la verifica, gli uomini dell’Arma avrebbero notato varie violazioni in materia di igiene e sicurezza, raccogliendo anche i primi elementi per avviare l’ulteriore indagine sullo sfruttamento dei lavoratori.

Il successivo sviluppo degli accertamenti, portati avanti grazie alla sinergia con la compagnia carabinieri di Signa e col comando stazione di Campi Bisenzio, avrebbe poi permesso di scoprire un vero e proprio sistema di impiego irregolare, messo in atto dal titolare nei confronti di suoi connazionali. Secondo le indagini, i lavoratori avrebbero percepito un compenso variabile dai 3 ai 5 euro l’ora, in difformità rispetto ai minimali retributivi previsti dal Contratto collettivo di riferimento, pari a 8,75 euro l’ora. E, per loro, non ci sarebbero stati né contributi né premi assicurativi. Altre violazioni avrebbero riguardato l’orario: i barbieri sarebbero infatti stati impegnati dalle 10 alle 12 ore al giorno, senza alcun riposo settimanale né alcun tipo di formazione in materia di sicurezza.

A seguito delle verifiche degli uomini dell’Arma c’è appunto un indagato: si tratta del marocchino titolare dei due negozi di barbiere, a cui è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini per "intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro" (caporalato) oltre che per "violazioni varie in materia di igiene e sicurezza sui luoghi di lavoro". Intanto gli accertamenti dell’Arma vanno avanti per inquadrare il contesto in cui si collocava l’attività dei due negozi e per capire se le stesse dinamiche possano essere comuni anche ad altre realtà simili.

Lisa Ciardi