Scuse alla Crusca. Facebook chiama:: "Un nostro errore"

Il social network aveva oscurato il profilo dell’Accademia. Il professor Biffi: "Preoccupati e dispiaciuti: era inspiegabile".

Scuse alla Crusca. Facebook chiama:: "Un nostro errore"

Scuse alla Crusca. Facebook chiama:: "Un nostro errore"

La pagina Facebook dell’Accademia della Crusca è di nuovo raggiungibile. Con tante scuse da parte del colosso dei social network. Meta, il colosso digitale di Mark Zuckerberg, si è scusata con la secolare istituzione fiorentina, incaricata di custodire il "tesoro" della lingua di Dante Alighieri, Francesco Petrarca e Giovanni Boccaccio, per aver oscurato dallo scorso 21 dicembre il profilo social senza peraltro fornire spiegazioni. "Dopo 21 giorni di attesa la nostra pagina è stata finalmente riattivata. Ringraziamo tutti coloro che si sono interessati al nostro problema", si legge ora sulla pagina ufficiale Fb della Crusca. Il ripristino della pagina Fb è avvenuto dopo che la Crusca da quasi tre settimane non era riuscita a conoscere i motivi di questo provvedimento, "che ci provoca non poca preoccupazione e molto dispiacere per non poter raggiungere, come di consueto, i nostri lettori su quel canale", aveva detto il professor Marco Biffi, accademico e responsabile web dell’Accademia.

Nel corso della giornata un referente di Meta, ha raccontato Biffi, ha telefonato alla sede dell’Accademia e dopo uno scambio di mail "l’azienda ha ammesso che la pagina è stata chiusa per errore e che l’Accademia della Crusca non ha alcuna responsabilità nella vicenda". Agli accademici amministratori della pagina Facebook compariva la dicitura: "Abbiamo coperto il tuo post perchè potrebbe contenere immagini forti". Alla Crusca erano rimasti sbigottiti leggendo questa frase perchè la pagina Fb è controllata rigorosamente e non si è mai prestata a niente di offensivo. La ultimo post pubblicato il 21 dicembre annunciava che in vista del Natale sarebbe ripresa la rubrica dedicata alle voci dialettali legate al mese di dicembre. Allegata al post c’era una "carta dialettale", una sorta di carta geografica dell’Italia che riporta al posto delle città le parole dialettali specifiche di ciascuna località.