FIRENZE
Cronaca

Schmidt diventa italiano: "Io fra Dante e Giulio Cesare". Manca Nardella, è polemica. Il ministro: "Caduta di stile"

Il direttore degli Uffizi entra in Palazzo Vecchio: "Ho il tricolore nel cuore. Sulla candidatura decido dopo Natale. Sovranisti al museo? Chiunque è benvenuto". .

Schmidt diventa italiano: "Io fra Dante e Giulio Cesare". Manca Nardella, è polemica. Il ministro: "Caduta di stile"

di Niccolò Gramigni

L’abito è blu notte, la cravatta viola. C’è la foto sotto il David, i selfie con alcuni turisti (francesi, spagnoli, peruviani). C’è la cittadinanza firmata da Dario Nardella, una copia della Costituzione. Qualcuno nell’aria fredda di questi giorni gli sorride, sussurrando, ‘Bürgermeister’. Non è il nuovo panino di Burger King, quella parolina difficile in tedesco vuol dire sindaco. ‘Sindaho’, in fiorentino. A prendersi la scena è Eike Schmidt, il direttore degli Uffizi, che è andato a Palazzo Vecchio per il conferimento della cittadinanza italiana. Dalla mezzanotte di oggi Schmidt è italiano.

È candidabile a sindaco (per il centrodestra) anche se lui dice che, in quanto comunitario, era così anche prima. La cerimonia dura pochissimo. Manca il sindaco Nardella: la sua presenza, del resto, non è dovuta. Ma quel vuoto viene attaccato duramente dal ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano: "Una caduta di stile che non mi sarei mai aspettato. Chiunque prenda la cittadinanza italiana è degno di nota e di rispetto".

Ma Schmidt è personaggio da copertina, per carattere non è abituato alle briciole mediatiche. E infatti ne dice alcune niente male. Una di queste è legata al 3 dicembre: in quel giorno a alcuni esponenti del gruppo al Parlamento europeo di Identità e Democrazia e altri come Marine Le Pen, invitati da Matteo Salvini per una iniziativa politica, potrebbero anche decidere di palesarsi agli Uffizi. Non c’è niente di scritto, ma non è neanche da escludere.

"Tutte le persone hanno il diritto di entrare agli Uffizi, non è che io sto all’ingresso a fare la selezione del ‘tu mi piaci e tu no’. È la regola dell’articolo 97 della Costituzione, che magari qualcuno dovrebbe leggere: l’amministrazione pubblica non dà giudizi su orientamenti religiosi, politici o altro, non è il nostro compito. Chi vuole venire agli Uffizi è benvenuto. A me fa molto piacere che abbiamo rappresentanti di altri Paesi che vengono a vedere i tesori dell’Italia ma anche dell’Ue e del mondo".

Si torna sul solito argomento, la possibile candidatura per il centrodestra. Schmidt ripete che l’iter per la cittadinanza è partita da tanti anni. E’ un attimo parlare del passato, poi si ritorna su giugno 2024. "Deciderò a gennaio - ripete -. Potrebbe essere un sì o un no, non lo escludo ma non lo confermo nemmeno". "Sapete, io sono appassionato d’Italia, di cultura italiana – osserva -. Sono molto felice e fiero di essere concittadino di personalità grandi come Dante Alighieri, San Francesco, San Tommaso, Benedetto Croce, nel mio campo Luigi Lanzi, Antonio Paolucci. L’Italia ha anche la tradizione di Roma antica: sono anche concittadino di Giulio Cesare, Virgilio, Properzio. In questo momento nemmeno durante la notte penso a una vita lontana dall’arte, ho l’arte nel cuore". Gli chiedono di Napoli, visto che il suo futuro potrebbe essere anche lì: "Mi è sempre piaciuta Napoli, soprattutto il golfo di Napoli - risponde -. Il golfo è bellissimo ma è altrettanto bella". Super diplomatico.

Lo incalzano sul cantiere agli Uffizi, il fianco scoperto su cui il sindaco Nardella, spesso lo stuzzica: "E’ stato gestito dalla soprintendenza che non sono io, credo che il sindaco lo sappia, io non sono mai stato soprintendente – sottolinea -. Solo questa primavera abbiamo ricevuto il progetto nella sua ultima fase e una delle mie priorità era far studiare come rimuovere questa gru, che è qui da un tempo troppo lungo". Poi sorrisoni e, finalmente, il primo desiderio dello Schmidt italiano. "Mi vado a prendere un caffè".