COSIMO CECCUTI
Cronaca

Quando Spadolini sconsigliò Silvio: "Per la Dc sarebbe il colpo di grazia"

Berlusconi rispose: "La Democrazia cristiana è già finita". E si trovò su fronti opposti con il professore. L’incontro tra l’imprenditore milanese e l’allora presidente del Senato prima di fondare Forza Italia. .

Quando Spadolini sconsigliò Silvio: "Per la Dc sarebbe il colpo di grazia"

Prima di decidere se fondare o meno un partito, Silvio Berlusconi si confrontò con alcuni amici politici, fra i quali Giovanni Spadolini, allora presidente del Senato. Eletto nei collegi di Milano, prima della nomina a Senatore a vita, Spadolini conosceva bene Berlusconi e ne apprezzava le brillanti capacità imprenditoriali. Ascoltate le ragioni dell’interlocutore, nel colloquio riservato svoltosi a Palazzo Giustiniani, Spadolini lo sconsigliò, facendogli presente che dare vita ad un nuovo partito di Centrodestra progressista, nell’intento di arginare l’avanzata del "comunismo", avrebbe provocato lo "sfascio" della Democrazia Cristiana.

Il suo suggerimento, all’ormai imminente fondatore di Forza Italia, fu quello di entrare in Parlamento, facendosi eleggere al Senato nelle file della stessa Democrazia Cristiana, tutelando così anche i propri interessi di imprenditore. Berlusconi lo guardò un attimo perplesso, poi replicò: "Giovanni, la Democrazia Cristiana è già finita", deciso ad intraprendere in prima persona quell’impegno politico, coronato dal successo elettorale e dall’insediamento a Palazzo Chigi. In entrambi vi era un ragionevole realismo. Il nuovo partito avrebbe dato il colpo di grazia alla DC: in questo aveva ragione Spadolini.

Ma Berlusconi andava oltre. La sua scesa in campo avrebbe semplicemente colpito un organismo già in fase di inarrestabile declino: riteneva dunque assolutamente necessario colmare il vuoto derivante, impedendo venisse occupato dalla Sinistra. Berlusconi e Spadolini si trovarono contrapposti nella battaglia per l’elezione del Presidente del Senato, all’indomani delle consultazioni politiche del marzo 1994 che avevano consacrato la maggioranza del Centrodestra.

Spadolini non riuscì ad essere il candidato di tutti, come avrebbe voluto, ma solo delle Sinistre, mancando per un solo voto la rielezione; Berlusconi aveva ceduto all’intransigenza della Lega Nord di Umberto Bossi, ostile al professore fiorentino, strenuo difensore dell’unità nazionale. "Questa è l’Italia: – le ultime parole pronunciate da Spadolini a Palazzo Madama – noi portiamo, avrebbero detto i nostri vecchi, un amore secolare all’Italia. Senza distinzione fra Busto Arsizio e Battipaglia".