Il blitz, «Favorisca i documenti»: con la polizia nei giardini della droga

Un cronista segue in diretta il blitz antispaccio nelle zone più ‘calde’

La polizia fiorentina passa al setaccio i giardini (Marco Mori / New Press Photo)

La polizia fiorentina passa al setaccio i giardini (Marco Mori / New Press Photo)

Firenze, 13 gennaio 2018 - «Hai documenti?». Qualcuno prova a scappare. Ad altri le gambe restano di cemento. Qualcun altro sbianca e si rintana nel cappuccio. È ‘l’effetto-pattuglione’, ciò che si prova a trovarsi circondati da 20 poliziotti durante il maxi controllo settimanale di prevenzione del crimine disposto dalla questura.

L’ultimo ieri, coordinato dal vicequestore aggiunto Roberto Sbenaglia che ha guidato i poliziotti del commissariato di Rifredi, il nucleo cinofili e gli uomini della scientifica nei ritagli di città più tormentati dallo spaccio e dalle segnalazioni dei residenti. Tre ore alle loro calcagna: brividi, una decina di fermati e dosi di droga sepolte ad arte. E scovate.

A partire dai giardini di via Allori, un quarto di ettaro verde dove ficcare le dosi in attesa di acquirenti. Un potenziale Eden dello spaccio. Per setacciarlo serve una mezza manovra militare. Lo squadrone, prima del blitz, deve circondare il giardino e piantare gli occhi su ogni uscita. Il refrain dei poliziotti al crocchio di persone seduto agli scivoli dove dovrebbero giocare i bimbi, è sempre lo stesso: «Documenti o passaporto». La fase più critica, dove qualcuno dei controllati potrebbe perdere la testa. Servono guanti bianchi e fermezza.

Chi non ha i documenti viene fotosegnalato, caricato in auto e affidato all’ufficio immigrazione. Il gruppone non oppone resistenza. Ma la tensione è alle stelle. Anche perché a pochi metri il pastore tedesco Asper dei cinofili, ha fatto bingo. Da sotto una giostra ha scovato 5 mattonelle di hashish pronte per essere vendute. Intanto lo Sdi, il cervellone della polizia, passa ai raggi X le fedine penali.

Il bilancio: un marocchino con un provvedimento di allontanamento dal territorio nazionale sulle spalle e un romeno con precedenti per rapina, pizzicati alla stessa panchina. Con loro, altri 4 non in regola vengono portati in questura. Stesso copione nell’altro fazzoletto verde dove è fiorito lo spaccio, i giardini di via del Granchio a Brozzi. Da quest’estate una decina i pusher bloccati qui. Il bottino dei controlli stavolta sta a zero. «Ma l’importante – spiegano gli agenti – è marcare il territorio, sfinirli e fargli capire che ci siamo e potremmo spuntare ogni giorno». È così che negli ultimi 60 giorni gli arresti per spaccio sono schizzati oltre quota 10, in pratica uno alla settimana.

L'altra tappa del pattuglione è piazza San Jacopino dove la battaglia del comitato Cittadini Attivi San Jacopino per la sicurezza, dura da anni. I cani entrano in bar e locali, le ‘pantere’ spengono il motore in piazza. Due persone portate via per controlli. Sono passate tre ore e ne serviranno altre tre per verbali e identificazioni. Una missione infinita da compiere ogni giorno. Gli occhi dei poliziotti sono sfibrati ma ripagati dalle parole di una fiorentina, nei giardini di via Maragliano: «Grazie di essere passati, continuate così».

 

 

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