Firenze, negozianti e imprenditori: "Basta furti e rapine, la misura è colma"

Gli imprenditori del capoluogo si sentono più insicuri rispetto ai colleghi del resto d'Italia

I carabinieri da Gilli, locale che ha subito un recente furto (Germogli)

I carabinieri da Gilli, locale che ha subito un recente furto (Germogli)

Firenze, 1 marzo 2018 - Gli imprenditori fiorentini si sentono più insicuri dei loro colleghi del resto d’Italia: il 60%, contro il 30% registrato a livello nazionale, lamenta rispetto al passato un peggioramento del livello di sicurezza percepita. A Firenze è anche più alta, rispetto alla media, la quota di chi ricorre ad azioni concrete per tutelarsi e proteggere la propria attività: quasi nove su dieci lo fanno. Infatti, dopo i gestori della notte di via de’ Benci, che stanno pagando di tasca propria un sistema di vigilanza privata, anche gli albergatori si stanno attrezzando per difendere le proprie strutture.

«Sono almeno un ventina gli hotel che sono stati costretti ad assumere guardie private – spiega Francesco Bechi, presidente Federalberghi –, la situazione è diventata insostenibile: i borseggi sono quasi quotidiani. Servono prese di posizione forti». Proprio per questo, i firmatari del Patto per Firenze – l’accordo proposto da Confcommercio e sottoscritto tra 40 grandi nomi del commercio – si sono riuniti per lanciare una richiesta di aiuto ma anche la volontà a collaborare con le istituzioni.

«Noi abbiamo la massima fiducia nelle forze dell’ordine e siamo in contatto con polizia, carabinieri e con la municipale tramite l’assessore Federico Gianassi – mette in chiaro Aldo Cursano, presidente Fipe Toscana Confcommercio – con cui c’è la massima collaborazione. E’ il sistema che non funziona: non è possibile che queste persone, se prese, il giorno dopo siano di nuovo fuori. Bisogna correre ai ripari, non è solo questione di qualità della vita, ne va anche dell’immagine della città e il futuro delle nostre imprese».

«Sono aumentati i reati a danno dei negozi come furti e rapine – prosegue Franco Marinoni, direttore Confcommercio Toscana – Alcuni imprenditori si sentono sotto tiro, in certe zone vivono come in trincea. Le forze dell’ordine, per quanto continuino a spendersi con impegno encomiabile, non riescono a fronteggiare tutte le emergenze. Ed è davvero frustrante dover ammettere che, nonostante le denunce, le stesse persone negli stessi luoghi alle stesse ore possano commettere gli stessi crimini senza alcuna paura». Anche il presidente nazionale della Confcommercio Carlo Sangalli assicura la vicinanza agli imprenditori fiorentini preoccupati per l’escalation di episodi criminosi.

«Il tema della sicurezza – scrive in una lettera inviata a Marinoni e Cursano – è un prerequisito decisivo per la convivenza civile e la qualità della vita delle nostre città. Quello che è accaduto al caffè Gilli è un supplemento di diffusa preoccupazione perché interessa quelle attività economiche che sono luoghi di eccellenza, di incontro, di socialità, di turismo. Su questi temi – sicurezza e legalità – l’impegno di Confcommercio è e continuerà ad essere prioritario. Siamo convinti che c’è in gioco non solo la vivibilità delle città e dei territori, ma soprattutto la tenuta democratica del nostro Paese, in grado così di assicurare un’economia sana e un mercato che funziona».

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