
C’è la lapide ai deportati fiorentini, che si trova al binario 6 della stazione di Santa Maria Novella. E c’è l’obelisco ai Caduti in piazza dell’Unità d’Italia. Il monumento a due partigiani in Piazza Santo Spirito; e il famedio di Santa Croce. Ancora, il cipo del Parco delle Cascine e il Monumento ai caduti della Folgore a Ponte a Ema.
Dal centro alla periferia, sono una settantina i luoghi che ricordano coloro che hanno perso la vita nelle battaglie dal Risorgimento o in seguito alla Seconda Guerra mondiale. Lapidi e i monumenti che non sempre sono conservati come si dovrebbe, anzi, spesso anneriti e danneggiati, per i quali parte adesso un piano di conservazione e valorizzazione.
"In accordo con gli enti coinvolti nelle celebrazioni che ogni anno si svolgono attorno ai nostri monumenti ai caduti – ha spiegato l’assessore ai lavori pubblici Titta Meucci -, l’Amministrazione comunale sta promuovendo un piano unitario per la conservazione e la valorizzazione delle numerose opere che rappresentano la memoria della nostra comunità. Si tratta di circa 70 lapidi e monumenti commemorativi sparsi in città che svolgono un’importante funzione documentaria e diventano ogni anno scenario delle principali ricorrenze cittadine, a partire dalla Liberazione".
Obiettivo del piano è prevedere un intervento organico per la cura e la conservazione dei monumenti, da finanziare attraversole energie dei privati interessati a questo progetto.
Per la realizzazione del piano, per un importo complessivo di circa 500mila euro, l’assessore Meucci conferma che è già stata trovata la disponibilità e l’interesse da parte di sponsor privati. A cominciare dall’intervento di pulitura della lapide al parco delle Cascine, che ha previsto un trattamento" biocida e la rimozione della patina biologica".
L’elenco stilato dagli uffici comunali prevede 36 lapidi, 26 monumenti e cippi in memoria, 4 monumenti, per un totole di 66 interventi.
Fra i restauri previsti, figura il Monumento ai caduti di piazza Mentana. Nell’omonima piazza del centro, si trova la scultura in marmo bianco di Carrara, che raffigura un garibaldino che cerca di sorreggere un compagno morente, il quale, a sua volta, stringe ancora una bandiera. Il basamento è in granito rosa di Baveno, poggia sopra un gradino in pietra serena che riporta un’epigrafe: ai forti che cadendo a Mentana sacrarono Roma alla libera Italia. Sul lato posteriore del basamento sono rappresentati gli stemmi di Firenze e di Roma in due dischi di bronzo fra i rami di lauro, di quercia e di palma.
Nell’elenco anche la lapide posta accanto all’ingresso del Palagio di Parte Guelfa dedicata alla Donna nella Resistenza.
Olga Mugnaini