Didacta, il ministro Bianchi: "La scuola non si arrende, sia il pilastro dello sviluppo"

L'intervento del ministro dell'istruzione al primo giorno di Didacta, la fiera dedicata alla scuola, con eventi e appuntamenti con i principali esperti del mondo della scuola e della cultura

Il ministro dell'istruzione Patrizio Bianchi

Il ministro dell'istruzione Patrizio Bianchi

Firenze, 16 marzo 2021 - «La scuola non si è mai arresa, non si arrende e anche nei momenti più difficili diventa un luogo in cui si esplora il futuro». Lo ha detto il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi intervenendo a Didacta la Fiera che si tiene a partire da oggi, martedì 16 a venerdì 19 marzo di eventi e appuntamenti con i principali esperti del mondo della scuola e della cultura che potranno essere seguiti online. I lavori della Fiera sono stati aperti dal ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, che è intervenuto al convegno. 

«Il mio è, da una parte - ha detto il ministro Bianchi -  un gesto di orgoglio, sono contento di rappresentare tutto questo nostro mondo. E dall'altra parte, però, è un richiamo al Paese perché bisogna riportare la scuola al centro, nel cuore del Paese. Sono tante le riflessioni che verranno fatte. Sono tantissime per una scuola che deve essere inclusiva, per una scuola che deve sapere integrare, per una scuola che deve essere il pilastro del nostro sviluppo. Il pilastro del nostro sviluppo», ha proseguito il ministro. «Un Paese non può crescere senza una scuola capace di essere il battito di una comunità.

L'INAUGURAZIONE DI DIDACTA

 

 

 

E non vi è sviluppo se non vi è partecipazione. E la partecipazione, ancora una volta, richiede educazione, richiede la capacità di conoscere le parole, di saperle usare, la capacità non solo di fare di conto, ma di entrare nella logica della matematica, delle lingue e di tutte le conoscenze». Didacta, ha infine ricordato il ministro, è il luogo in cui tutte le componenti della scuola, tutte le componenti della società si mettono insieme per approfondire, per andare in fondo, ma nel contempo per andare oltre. Questa capacità di questa che chiamiamo Fiera, ma più che una Fiera vuole essere un grande luogo di incontro, una grande agorà in cui si ragiona su che cosa deve essere il nostro sistema educativo, ma anche su cosa deve essere e cosa sarà il nostro Paese. Buon lavoro a tutti. Il vostro lavoro è necessario e io credo che sarà un lavoro che sarà apprezzato da tutti coloro che in questo momento sanno che la scuola non solo non si arrende, ma sta aprendo il nostro futuro».

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