Manifesti anti Israele Scambio di accuse in consiglio comunale

Mentre il console Carrai chiede che vengano rimossi il centrodestra attacca la Giunta, che replica: "Polemica gratuita"

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L’affissione di manifesti sulle pensiline con la presa di posizione di Amnesty International, che definisce apartheid il comportamento dei governi israeliani, diventa un caso e fonte di imbarazzi in consiglio comunale. Antonella Bundu e Dmitrij Palagi di Sinistra Progetto Comune denunciano di essere stati "accusati per aver ospitato due attivisti palestinesi del campo profughi di Aida (Betlemme) e per aver espresso apprezzamento per l’iniziativa della Rete Firenze per la Palestina – dicono – Ma l’assessora Funaro parla di La Pira e divisioni, raccogliendo gli applausi della Lega". Mentre il console onorario di Israele per la Toscana, Marco Carrai, ha scritto ieri mattina al sindaco Dario Nardella chiedendo la rimozione dei cartelli "offensivi per lo Stato di Israele, amico dell’Italia e per la comunità ebraica di Firenze", commenta Carrai.

Dal centrodestra, in aula arriva la condanna del gruppo Centro con Emanuele Cocollini, vice presidente vicario del consiglio comunale: "Giunta imbarazzante, balbettante sulla condanna ai deliranti manifesti che equiparano la situazione dei palestinesi all’apartheid del Sudafrica, quindi accusando Israele di aver messo in piedi un razzismo di Stato".

La risposta lapidaria del Pd riporta la palla al centro. "La giunta si è espressa in modo chiaro, nei giorni scorsi e anche in consiglio comunale. Quella di Cocollini è una polemica gratuita, quello della Sinistra un attacco che non ha alcun fondamento. Le parole dell’assessore Funaro non lasciano spazio a fraintendimenti, nei giorni scorsi ha avuto modo di condannare nettamente i manifesti comparsi in città su Israele perchè non possiamo accettare messaggi di divisione tra i popoli, anche oggi ha ricordato come Firenze sia città di pace e tolleranza. Lo ha fatto parlando di La Pira, sì, perchè è l’esempio di un amministratore per cui questi valori sono stati al centro di un impegno politico entrato a buon diritto nella storia, con i Colloqui del Mediterraneo".

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