Le toghe rispondono a Renzi. "I pm applicano soltanto la legge"

"Inaccettabile dire che magistrati hanno scopi diversi", replica all’ex premier la giunta toscana dell’Anm. L’indagine prosegue su vari filoni, depositate al Riesame nuove carte sequestrate alla Fondazione

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di Stefano Brogioni

FIRENZE

Le parole pronunciate da Renzi, a caldo, contro i magistrati della procura di Firenze, hanno scatenato la reazione dell’Asssociazione Nazionale Magistrati Toscana, finora unica realtà, fra i rappresentanti delle toghe, a intervenire in difesa dei titolari dell’indagine sul finanziamento illecito ai partiti che investito la Fondazione Open. "Si esprime quindi piena e totale solidarietà ai magistrati della Procura di Firenze che conducono questa inchiesta in adempimento del loro dovere", dicono.

"Con riferimento agli articoli e interviste degli ultimi giorni relative ad una inchiesta della Procura di Firenze che riguarda la Fondazione Open, si rileva che i provvedimenti dell’autorità giudiziaria si possono impugnare e certamente criticare - aggiunge la giunta toscana -. Quello che non è in alcun modo ammissibile in un consesso democratico e che viene fortemente stigmatizzato da questa Giunta è quello di attribuire ai magistrati finalità e scopi diversi da quelli dell’applicazione della legge. Ritenere che alcuni pubblici ministeri siano mossi da sentimenti personali e dalla volontà di ottenere visibilità mediatica è francamente risibile e deve essere smentito con fermezza".

Ma la tempesta mediatica non pare proprio intaccare la determinazione della procura. Ieri mattina, è stata depositata una nuova infornata di atti a sostegno dell’accusa di finanziamento illecito. Atti che sono stati ritirati dagli avvocati di Marco Carrai, uno dei cinque indagati che sempre ieri doveva discutere il "nuovo" riesame dopo il ritorno delle carte dalla Cassazione. Gli avvocati Filippo Cei e Massimo Dinoia hanno chiesto del tempo per poter leggere quanto è stato depositato, tutto materiale proveniente dalla perquisizione di novembre allo studio del presidente di Open, Alberto Bianchi, e dunque relativo ai conti della fondazione. Si rivedranno in aula il prossimo 27 novembre, cioè tre giorni dopo le convocazioni per gli interrogatori di Renzi e gli altri.

Gli avvisi per l’ex premier, i parlamentari Luca Lotti e Maria Elena Boschi, Bianchi e lo stesso Carrai, sono serviti alla procura anche per "guadagnare tempo" rispetto ai reati più datati. I fatti del 2012 e del 2013, sono infatti prescritti (dopo sei anni), ma la notifica di un atto come l’avviso a comparire interrompe la prescrizione e consente all’accusa di guadagnare un anno e mezzo. Ma l’indagine va avanti, e anche su vari filoni, benché quello relativo al presunto finanziamento illecito sembra il più vicino alla conclusione. Fonti investigative fanno capire che ci sono più tranche aperte e che alcune sono in via di sviluppo. Una riguarda proprio Carrai, che nei giorni scorsi è stato nuovamente ’’attenzionato’’ dal procuratore aggiunto Luca Turco e destinatario di un ulteriore sequestro su un suo dispositivo per altro già in mano ai pm.

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