
L’appello dei medici "Salviamo la nostra sanità"
"Su 1884 borse di studio per i pronto soccorso, il 60,7% sono rimaste inutilizzate. L’investimento sulla sanità pubblica non può essere il 6% rispetto al Pil: in America è il 17%. È il momento di scendere in piazza tutti, come avvenuto in Spagna, per cercare di salvare il nostro servizio sanitario". L’intervento del presidente dell’Ordine dei medici Pietro Dattolo al primo incontro pubblico organizzato dal Terzo Polo a Bagno a Ripoli è un accorato appello a favore della sanità. Un invito a fare ognuno la propria parte stato accolto da tutti i relatori nella biblioteca comunale di Ponte a Niccheri, a partire dal padrone di casa Francesco Casini, sindaco e presidente della Società della Salute Fiorentina Sud Est: "Dagli anni ’70 a oggi – ha ricordato – il nostro sistema sanitario ha garantito accessibilità e diritto alla cura. Dobbiamo difenderlo oggi più che mai con risorse, una moderna riorganizzazione e valorizzando ospedali e operatori". Alessandro Cecchi, in rappresentanza dell’Ordine degli infermieri, ha puntato l’attenzione sulla "carenza di organico del comparto".
Proprio i problemi di organizzazione della sanità sono per Francesco Venneri, medico chirurgo e segretario nazionale di Italian Network for Safety in Healthcare, la causa del "65-70% dei casi avversi. Non possiamo diventare come gli Usa dove un’ambulanza accetta un paziente solo se abbiente e con assicurazione. La politica deve fare la sua parte: la sanità è un bene comune".
All’incontro, alla presenza dei vertici locali di Italia Viva e Azione, il consigliere regionale Stefano Scaramelli (IV) ha parlato delle riforme sulla sanità in Toscana: "Sono state solo annunciate alla stampa per fermare il grido che si stava alzando, senza discussione in consiglio. Serve una politica sanitaria che sappia assumere le decisioni, integrare le attività del volontariato e valorizzare medici, infermieri e operatori in funzione delle loro specifiche qualità. Serve assumere con coraggio scelte che magari non convengono, ma sono giuste". E sul fronte opportunità dei fondi Pnrr ha sottolineato: "La sanità non è un’operazione immobiliare per ristrutturare le case di comunità: a cosa servono se non riusciamo a riempirle con medici e diagnostica?".
Manuela Plastina