La valanga di Pasqua Turisti, è già invasione Sollievo commercianti Ma le brutture restano

Strade piene tra il Duomo, piazza Signoria, Ponte Vecchio e Santa Croce. I negozianti sperano nel rilancio: "Finalmente tornati anche dall’Oriente". Dalle mutande del David ai manifesti delle bistecche: cosa ancora non va.

di Emanuele Baldi

Viali deliziosamente sgombri – con i fiorentini abbandonati al primo sole della Versilia – e centro storico dove anche piazzare uno spillo ieri pomeriggio era impresa ardua. Canovaccio classico e più che noto da queste parti nei giorni di festa anche se, cauda pandemia e strascichi vari, al ’muro’ di teste in transito tra Por Santa Maria e Ponte Vecchio (vedi foto di fianco) non eravamo più abituati. Gli addetti ai lavori avevano parlato nei giorni scorsi di un 20% e oltre in più di prenotazioni in città per il weekend di festa rispetto all’anno scorso e il colpo d’occhio ha chiaramente confermato l’impennata.

"Se regge il tempo questa l’è la stagione della rinascita. Son tornati anche gli orientali" sentenzia sollevato il barista affacciato all’uscio su Borgo degli Albizi. Il giro c’è, il commercio frulla ma la sensazione è che ancora una volta la mission – della quale non sono ancora ben chiari mezzi e programmi – di spalmare i visitatori un po’ fuori dalle rotte tradizionali sia rimasta poco più che uno slogan.

Stracolme infatti piazza della Repubblica, il Duomo San Lorenzo e piazza Signoria; un fiume di gente in via dei Calzaiuoli, tanta gente anche in Sant’Ambrogio (più fiorentini per la verità) e sciami robusti e compatti in Oltrarno ma già in San Marco, nella zona di via San Gallo o sui lungarni più lontani alla striscia magica Ponte Vecchio-Santa Trinita le strade si svuotano con buona pace di chi ha le attività distanti dall’area monumentale.

"Selfie, selfie". E selfie sia. Gli scatti davanti a Santa Maria del Fiore si moltiplicano in un guazzabuglio armonico – stavolta, val la pena sottolinearlo, abbiamo trovato un turismo educato e sorridente (al netto dei cumuli d’immondizia che ogni tanto spuntano qua e là forse anche per la mancanza di un po’ di cestini in più) – tra turisti giapponesi che non si scollano un attimo dallo smartphone e tedeschi e americani che sono già in modalità estate con manica corta d’ordinanza.

Soddisfatto il sindaco Dario Nardella che già nella mattina di Pasqua, in occasione dello Scoppio del Carro davanti a cinquemila persone, si era lasciato andare così: "Una Pasqua da record per quanto riguarda le presenze sia italiane che straniere in città. Davvero numeri straordinari".

Buona, insomma diciamo anche molto buona, la prima per Firenze. La Pasqua rappresenta da sempre l’inizio della stagione più florida per il turismo – poi maggio, giugno e luglio i mesi top – e la città è partita con il passo giusto. Meno buona, ancora una volta, un certo tipo di accoglienza estetica che ancora siamo qui ad augurarci che un giorno diventi solo ricordo. Non è un bello spettacolo il lungarno invaso da chincaglierie d’ogni genere pronte a essere svendute al turista che scende dal pullman.

Firenze potrebbe offrire ben più di un paio di mutande tricolori con le grazie del David in bella vista. Per non parlare dei maxi manifesti con le bistecche in offerta.

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