La stanchezza?. Ci sono tanti fattori

L'esaurimento nervoso causato dallo stress e dalla stanchezza psicofisica porta a una perdita di senso e fatica mentale, minando la capacità di affrontare la realtà. È una condizione che può diventare irreversibile se non affrontata con attenzione e sensibilità.

Di persone stanche ne è pieno il mondo. Nel linguaggio comune siamo portati a intendere come ‘stanco’ chi è privato di energie, fisiche o mentali qualcuno cioè a cui mancano le forze e una presupposta pienezza e normalità per affrontare sforzi fisici, lavorativi, spirituali, sociali e psicologici. Cosa si cela dietro queste problematiche se non un importante esaurimento nervoso? L’esaurimento nervoso è una condizione che determina intenso turbamento emotivo e stanchezza psicofisica. La principale causa è lo stress che può derivare da situazioni difficili come

problemi relazionali, di salute, finanziari, lavorativi. Certo che oggi il surplus di dati, di numeri e notizie che ogni giorno subiamo non ci aiuta a pensare positivo ma spesso ci induce una sorta di incapacità alla riflessione che può sfociare in un franco esaurimento. La stessa libertà illimitata di cui godiamo finisce per renderci iperesigenti nei confronti di noi stessi e ipercompetitivi nei confronti degli altri facilitando in tal modo l’insorgenza spiacevole di un

senso di frustrazione.

La stanchezza è quindi una condizione di disagio e di fatica che ci impedisce alla fine di rimanere concentrati durante lo svolgimento di attività semplici. Infatti la perdita del buon senso e della capacità di meditare sulle questioni fondamentali della vita è il peggiore di tutti gli sfinimenti. Non è gravosa come la stanchezza del corpo ma è la difficoltà, lacerante per la mente, ad accettare la realtà. Così la nostra esistenza si perde, non c’è più ragione di esistere e di vivere in un contesto che non si riconosce come proprio. Quando siamo stanchi di lottare nasce in noi la vera fatica che assale, divide e crea solitudine nella coscienza. Questa stanchezza fortunatamente non è una malattia irreversibile ma lo può diventare se rimaniamo indifferenti alla sofferenza e al dolore degli altri.