La pietra e il mestiere della cava: addio a Naldi, l’ultimo scalpellino

Non c’era evento o manifestazione che non lo vedesse protagonista, insieme ai suoi scalpelli. E non c’era giorno che non lo vedesse impegnato in cava, a estrarre pietre e a lavorarle, sempre, rigorosamente, a mano. Si è spento Tullio Naldi, 96 anni, famoso da sempre come "l’ultimo scalpellino" di Lastra a Signa, territorio che ha un’antichissima tradizione nella lavorazione della pietra. Sono suoi tantissimi oggetti che adornano le case e i giardini più belli della provincia di Firenze e non solo, incluse alcune colonne di Villa Caruso Bellosguardo. Il mestiere lo aveva ereditato dal padre, che a sua volta aveva portato avanti l’arte del nonno e del bisnonno. Naldi aveva iniziato a lavorare giovanissimo, principalmente nella cava di Rio Macinaia alla Gonfolina, a Lastra a Signa, nella zona della Lisca. E dei segreti del mestiere non era mai stato geloso, tanto da condividerli in un’infinità di interviste e manifestazioni, oltre che con i (pochi) giovani desiderosi di imparare questa arte. "Tullio ha lasciato un’impronta enorme sul territorio – spiega Stefano Nistri, scultore e scalpellino che ha a lungo collaborato con lui – non solo perché ha portato avanti il lavoro in cava fino a poco tempo fa, ma perché si è impegnato a farlo conoscere. Un grande lavoratore, scalpellino dalle capacità straordinarie e una splendida persona". Naldi, che da poche settimane aveva perso la moglie, lascia la figlia, due nipoti e tante persone che gli hanno voluto bene. I funerali ieri nella chiesa di Brucianesi.

Li.Cia.

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro