REDAZIONE FIRENZE

Istria, il libro contestato. Gelo dell’Anpi sugli esuli

L’associazione partigiani mette in discussione la presentazione in saletta Cna. L’organizzatrice Velli: "Siamo apolitici e non accettiamo provocazioni".

Istria, il libro contestato. Gelo dell’Anpi sugli esuli

Istria, il libro contestato. Gelo dell’Anpi sugli esuli

‘Complessità’. E’ l’eufemismo usato dall’Anpi di Scandicci per mettere in discussione la presentazione del libro sul dramma degli esuli istriani, tenutasi venerdì sera alla saletta Cna di via 78° reggimento. Tanti distinguo della Scandicci Antifascista arrivati anche via social e riferiti all’evento al quale era presente Claudio Bronzin, esule di Pola e testimone della strage di Vergarolla del 18 agosto 1946. Un episodio controverso, sicuramente un attentato con vittime, successivamente al quale molti dei residenti di quella zona dovettero lasciare case e averi. Esuli ma vivi. L’iniziativa è stata organizzata Comitato provinciale dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia Anvgd e dal comitato cittadino della Memoria, con il patrocinio del Comune. La responsabile dell’Anvgd, Daniela Velli, è anche una delle autrici del libro, oltre che parte attiva del comitato della Memoria scandiccese, del quale fa parte anche l’Anpi. Ma quale è la memoria? E soprattutto è condivisa? Su questi interrogativi pare esserci un po’ di indecisione. Tanto che per ‘la complessità della vicenda’, l’associazione partigiani ha voluto citare il documento congiunto delle associazioni partigiane di Croazia, Italia e Slovenia: si condannano le esecuzioni sommarie, ma poi "le pesanti esagerazioni e strumentalizzazioni", "Il vergognoso silenzio sui crimini e le deportazioni che hanno commesso le forze di occupazione italiane", "il contrasto a ogni rilettura della storia in chiave nazionalista". Nonostante gli anatemi, la sala era stracolma, qualcuno anche con un’opinione diversa, che tuttavia ha voluto ascoltare la testimonianza diretta di Claudio Bronzin, 88 anni, una delle ultime voci che possono raccontare i fatti, vissuti in prima persona. "Non ho mai accettato provocazioni – ha detto Daniela Velli – la nostra è un’associazione apartitica e apolitica. Scandicci è una delle poche città che ha un percorso didattico e di pacificazione su questi temi. Io stessa partecipo al comitato della memoria con progetti nelle scuole".

"Quando una storia viene raccontata – avevano detto i promotori – diventa qualcos’altro: il ricordo di chi eravamo, la speranza di ciò che possiamo diventare". A Scandicci tuttavia si sono già verificati episodi del genere: nel 2014 Simone Cristicchi venne interrotto e criticato mentre stava recitando in ‘Magazzino 18’, lo spettacolo sull’esodo al Teatro Aurora. "La storia non è fiction" scrissero allora i manifestanti su un volantino distribuito agli spettatori. Se la storia non è fiction, sicuramente si ripete.

Fabrizio Morviducci