Impiego, l’offerta non raccolta. Ballano 14mila assunzioni: "Salari bassi ma non solo. L’orientamento al lavoro non va"

Secondo le proiezioni potrebbe restare scoperta la metà dei contratti previsti per il 2024. Bassilichi: "I ragazzi e le famiglie sbagliano a evitare gli istituti tecnici rispetto ai licei". .

Impiego, l’offerta non raccolta. Ballano 14mila assunzioni: "Salari bassi ma non solo. L’orientamento al lavoro non va"

Impiego, l’offerta non raccolta. Ballano 14mila assunzioni: "Salari bassi ma non solo. L’orientamento al lavoro non va"

Tra aprile e giugno di quest’anno le imprese fiorentine hanno pianificato l’assunzione di 28.500 lavoratori. La metà di questi posti, però, rimarrà vacante, con circa 14mila posizioni lavorative che non saranno coperte. E’ quanto emerge dal rapporto del Sistema Informativo Excelsior, redatto dall’Ufficio studi e statistica della Camera di Commercio di Firenze, il quale evidenzia una persistente difficoltà nel reperimento di personale, che si attesta appunto al 50%. Un aumento significativo rispetto al 2019, quando era del 25%. Uno dei fattori di questo peggioramento è rappresentato dagli stipendi offerti, che, in rapporto al caro-vita, non risultano sufficientemente attrattivi, soprattutto in determinati settori. Rispetto al 2019 le retribuzioni orarie sono aumentate dell’8%, mentre i prezzi di circa il doppio. Ma il problema, come suggerisce il presidente della Camera di commercio, Leonardo Bassilichi, non è solo questo. Un indizio in questo senso lo forniscono le figure professionali che risultano pressoché introvabili. In cima alla lista troviamo gli operai specializzati nell’ambito delle rifiniture delle costruzioni, seguiti dagli operai specializzati nel settore tessile e dell’abbigliamento, e dai tecnici ingegneristici. Si tratta, dunque, di figure qualificate, alle quali vengono offerti solitamente buoni stipendi e contratti a tempo indeterminato.

Troppi ’fannulloni’ o salari troppo bassi?

"Nessuno dei due. Sicuramente ci saranno casi di imprenditori che pagano meno o offrono un contratto precario. Il problema è che non si riesce a trovare personale nemmeno quando i contratti offerti sono a tempo indeterminato e la retribuzione è alta. E questo avviene nella ristorazione, quando per esempio si cercano cuochi che verrebbero ben pagati, ma non si trovano, come anche nel distretto farmaceutico, dell’ingegneria, nelle aziende della meccanica".

Qual è allora il problema?

"L’orientamento al lavoro non funziona bene nel nostro Paese. I nostri ragazzi non scelgono le scuole che offrono una specializzazione utile alle imprese. In Toscana ci sono dieci Its, Istituti tecnici superiori, che se avessero un boom di iscrizioni si risolverebbe il gap occupazionale. Chi li sceglie trova lavoro. Come lo trovano gli studenti della Scuola di scienze aziendali e del Polimoda. Invece le famiglie e gli stessi ragazzi pensano che se si sceglie di studiare in un Its, anziché in un liceo, si diventa ‘quello che non ce l’ha fatta’. Niente di più sbagliato".

Le aziende, invece, come potrebbero fare la loro parte? "Con una diversa organizzazione del lavoro. Oggi è divisa per competenze e gerarchie, invece dovrebbe essere divisa per ambiti culturali e attitudini".

In pratica?

"Faccio un esempio. Un cinquantenne cerca sul luogo di lavoro anche gli strumenti tradizionali: vuole andare in ufficio, confrontarsi in presenza con i colleghi, lavorare dal lunedì al venerdì e staccare nel fine settimana. Il ventenne è spaventato dagli orari fissi e dalla scrivania, preferisce lavorare in smart, eventualmente anche la sera tardi anziché la mattina, purché non ci sia da timbrare il cartellino. Le aziende dovrebbero quindi rendere più flessibile e accogliente l’organizzazione del lavoro, tenendo conto delle diverse esigenze e attitudini delle persone. Altrimenti ci sarà sempre chi scapperà dal colloquio e preferirà un’altra opportunità".

Monica Pieraccini