"Il traffico in città? Ci costa 280mila euro al giorno"

Stima Confcommercio sui danni provocati al sistema economico cittadino. Cursano: "Serve un governo della mobilità più efficiente"

Traffico in tilt (foto di repertorio)

Traffico in tilt (foto di repertorio)

Firenze, 7 novembre 2019 - I problemi a traffico e mobilità nel capoluogo costano al sistema economico fiorentino almeno 280mila euro al giorno. È la stima della Confcommercio, calcolata su una base di almeno 10mila ore in più trascorse quotidianamente in coda sui propri mezzi da tassisti, fattorini, artigiani, trasportatori e lavoratori di varie categorie. «Una stima senz’altro al ribasso - sottolinea il presidente della Confcommercio fiorentina Aldo Cursano - che non tiene conto di altri inconvenienti come le mancate consegne di merci, la perdita o i ritardi dei mezzi pubblici, le conseguenze della cattiva immagine che la città da di sé a quanti la frequentano per lavoro, studio o divertimento».

Cursano, oltre a essere presidente Confcommercio, gestisce due attività di bar e ristorante in pieno centro storico quindi vive la strada quotidianamente e più volte si ritrova a ricevere le confidenze e gli sfoghi di tassisti, trasportatori, turisti, lavoratori e di tantissimi cittadini che rimangono costantemente bloccati nel traffico. Per questo Confcommercio Firenze ha deciso di raccogliere i disagi e riaprire tramite La Nazione un dibattito costruttivo per migliorare la viabilità in città.

«Se è vero che l’accessibilità è una delle qualità fondamentali di una città e delle sue imprese, a Firenze non ce la passiamo molto bene - prosegue Cursano - i problemi legati al traffico e alla mobilità sono infatti in costante aumento e purtroppo nessuna delle soluzioni pensate negli ultimi anni, per quanto meritevole come la tramvia, è riuscita a migliorare le cose nella sostanza. Perché si tratta di risposte parziali, con tempi lunghi di attuazione, tanto lunghi che quando si passa dal progetto alla realtà, la situazione si è già evoluta e ci vogliono altre idee per affrontarla. Non vogliamo dare colpe a nessuno, anzi apprezziamo l’impegno che in primis l’amministrazione comunale mette sul tema, ma vorremmo stimolare una riflessione condivisa: o su certi temi si cambia passo, magari acquisendo capacità di anticipare il futuro, o si va avanti accontentandosi di soluzioni provvisorie. Ma in questo caso dovremo essere pronti a pagarne le conseguenze in termini di mancata crescita economica perché i problemi della mobilità affaticano le imprese, rallentano le performance, soffocano il turismo. Per non parlare di quanto abbassino la qualità di vita a lavoratori, turisti e cittadini». Tra l’altro se la situazione è difficile per tutti, per alcune categorie di diventa quasi tragica. «Mi riferisco - sottolinea Cursano - ad esempio a quanti hanno l'onere di rifornire le migliaia di attività economiche che operano in centro: oltre al disagio psicologico di rimanere sistematicamente imbottigliati nel traffico, devono affrontare le conseguenze legate ai ritardi nella consegna delle merci, che mettono in seria difficoltà le aziende». Poi ci sono i tassisti: «Mi raccontano che impiegano in media 25 minuti per portare un cliente da via Cerretani/Panzani alla stazione. Un giro dell’oca ad ostacoli, che costa uno sproposito agli utenti e non li garantisce dal rischio di perdere il treno, tanto che spesso sono costretti a scendere dal taxi e proseguire arrancando per strada con le valigie... E non parliamo dei problemi per i mezzi di soccorso o delle forze dell'ordine». L’arrivo della tramvia ha quindi alleggerito solo in parte questo quadro critico: «E’ stata senza dubbio un’opera meritoria, di cui c’era bisogno, ma era da ingenui pensare che sarebbe stata la panacea di tutti i mali. Di sicuro andrebbe ripensato il sistema della viabilità alternativa per il servizio pubblico, per i privati e gli autorizzati perché così come stanno le cose, fra semafori e restringimento delle carreggiate, qualche disagio in più agli automobilisti la tramvia lo ha portato, soprattutto in alcune zone come quella della stazione di Santa Maria Novella. E lo ha fatto senza purtroppo riuscire ad esaudire da sola l'enorme domanda di mobilità da parte degli utenti: ci sono fermate in cui risulta praticamente impossibile salire, visto il numero di persone già presente all’interno, e anche in questi casi si creano tensioni e discussioni di ogni tipo. In qualche fascia oraria ci vorrebbero forse il triplo delle corse esistenti ad ora».

Inoltre, il traffico in tilt significa anche inquinamento, acustico e atmosferico. «Una città inquinata - aggiunge Cursano - non è affatto a misura d’uomo. Il rischio è di allontanare sempre di più le persone, residenti ma anche turisti, con conseguenze devastanti sul già fragile tessuto economico». Il presidente della Confcommercio lancia quindi un appello: «C’è bisogno di un tavolo tecnico che metta a confronto esperti in materia, pubblica amministrazione, imprese, associazioni, per esaminare le criticità e cercare soluzioni adatte ad un governo della mobilità più efficiente e aperto agli sviluppi futuri. È una battaglia che deve coinvolgere tutti anche a livello economico: il mondo del terziario che Confcommercio rappresenta come quello dei trasporti e della produzione. Perché il tempo è denaro e una mobilità al rallenty ne fa perdere tanto a tutti».

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