DON FRANCESCO
Cronaca

Il dolore non si cancella Si trasforma

Don Francesco

Vermigli

Il Vangelo di questa domenica (Giovanni 20,19-31) ci riporta al giorno di Pasqua. La sera di quel giorno, Gesù si presenta in mezzo ai discepoli e porta il dono della pace: “Pace a voi!”. Poi compie un gesto particolare: mostra loro le mani e il fianco. Perché?

Di fronte allo stupore e alla meraviglia dei discepoli, Gesù vuol mostrare che è proprio lui, quello che si presenta in mezzo a loro; è lui, non è un fantasma: per questo mostra i segni della sua passione e della sua morte. È lui quello che aveva subito la persecuzione, è lui quello che era salito sulla croce, è lui quello che era morto. È lo stesso, quello che ora si ripresenta in vita.

Non si cancellano i segni del dolore, non si può cancellare la sofferenza per gli altri. Come non passano i segni sul volto di una mamma invecchiata per i propri figli, come non si cancellano i segni sulle mani di un padre consumato dal lavoro per il bene della famiglia. Così accade con Cristo: restano i segni sul suo corpo risorto. Non passano questi segni, perché non può passare e non si può cancellare l’amore.

Tommaso nella scena iniziale è assente e agli altri dice che crederà, solo se vedrà i segni dei chiodi nelle mani e quelli della lancia nel costato. Tommaso ad una prima occhiata ci sembra uno scettico (“se non vedo… non credo”). Eppure, non fa altro che dire questo: io crederò solo se riconoscerò in lui i segni del suo amore per noi, i segni del dolore e della morte per la nostra salvezza. A lui crederò se saprà mostrarmi questo: perché solo l’amore è credibile.