Il Consorzio del Brunello a Verona . Montalcino non conosce crisi

Il presidente Fabrizio Bindocci: "Il rallentamento del mercato? L’importante è esaurire l’attuale annata in vendita"

Il Consorzio del Brunello a Verona . Montalcino non conosce crisi

Il Consorzio del Brunello a Verona . Montalcino non conosce crisi

Montalcino non conosce crisi, nonostante le difficoltà del mercato. Al Vinitaly il Consorzio del Brunello si è presentato in forze e i riscontri sono positivi. E come se ce ne fosse bisogno, il valore del settore per il territorio viene confermata anche dalla ricerca di Prometeia Se tu togli il vino all’Italia, presentata da Veronafiere e Osservatorio Uiv-Vinitaly. Secondo l’analisi ogni volta che a Montalcino viene aperta una bottiglia di Brunello si producono sul territorio 117 euro tra impatto diretto, indiretto e indotto. Un vero e proprio effetto moltiplicatore, quello del principe dei rossi toscani, che si riscontra anche nell’enoturismo e nei servizi connessi. Il borgo toscano è una meta irripetibile per turisti winelover, raddoppiati negli ultimi 8 anni: più di 200mila presenze l’anno, di cui oltre la metà provenienti dall’estero.

"Da sempre Montalcino vive un rapporto simbiotico con il vino: una comunità agricola tra le più virtuose a livello nazionale insediata in un ecosistema in cui il Brunello fa da traino, spiega il presidente del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino, Fabrizio Bindocci.

Presidente, come si presenta il Brunello di Montalcino alla cinquantaseiesima edizione del Vinitaly?

"Siamo una bella squadra, 110 produttori a dimostrazione dell’interesse che la denominazione ha per la fiera. È un interesse che viene da lontano, abbiamo sempre creduto nell’importanza del Vinitaly per i produttori italiani".

Si può dire che il Brunello non conosca crisi pur in un mercato complesso?

"Sì, certamente si può dire, noi come altre denominazioni abbiamo avuto un rallentamento nelle vendite, rispetto agli anni passati. Il mercato va lentamente ma continua ad andare, è un buon risultato. L’importante è arrivare a fine anno esaurendo l’annata attualmente in vendita. Il Brunello di Montalcino è avvantaggiato perché l’annata attualmente in vendita, la 2019, riscontra e sta riscontrando un enorme successo, con interesse da parte di tutti i mercati per questo vino".

Come consorzio, su cosa puntate per il mercato del futuro?

"Organizziamo continuamente attività di marketing ed eventi, il più importante è Benvenuto Brunello a Montalcino a novembre. A giugno ci sarà Red Montalcino per far conoscere ed apprezzare sempre di più il Rosso di Montalcino".

Quali sono, invece, i risultati del Rosso di Montalcino?

"È un vino in cui i nostri produttori credono molto, tanto che è stata fatta un’assemblea tra soci dove il consiglio ha richiesto una crescita degli ettari da destinare alla produzione di Brunello. Crescita che avverrà senza dover piantare nuovi vigneti ma utilizzando i vigneti già esistenti purché abbiano una base ampelografica 100% di Sangiovese. Questo a testimonianza di una denominazione che, pur venendo da lontano, ci sta facendo scoprire un vino a tratti più piacevole e in grado di far risaltare maggiormente il frutto. Un vino che va sicuramente incontro ai gusti dei giovani ma in grado prepararli, e in un certo senso di avvicinarli, al consumo del Brunello di Montalcino".

Quale riscontro al Vinitaly in queste prime due giornate di fiera?

"In questi primi giorni abbiamo notato come Veronafiere abbia svolto un ottimo lavoro, riuscendo alla perfezione a portare moltissimi compratori da tutto il mondo interessati al nostro prodotto. I nostri soci sono molto soddisfatti, abbiamo visto un bel movimento, e continua ad esserci, e questo non può che essere di buon auspicio. Il Brunello di Montalcino continua ad essere un prodotto apprezzato in tutto il mondo e noi, i produttori, non possiamo fare a meno che esserne felici".

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