"Il Buon Governo" di Lorenzetti senza segreti

La professoressa Gabriella Piccinni insieme a Maurizio Boldrini spiegano l’affresco-capolavoro sabato alle 17 a Certaldo

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L’analisi di uno dei massimi capolavori dell’arte italiana, che si presta ad essere letto a più livelli, sarà al centro dell’incontro che si terrà sabato alle 17 al Centro Giovani "I Macelli" di Certaldo. Si tratta del libro "Operazione Buon Governo. Un laboratorio di comunicazione politica nell’Italia del Trecento" di Gabriella Piccinni. A guidare il pubblico in un’affascinante lettura multidisciplinare del ciclo del Buon Governo, dipinto nel 1338 da Ambrogio Lorenzetti nel Palazzo del Comune di Siena, saranno le sollecitazioni rivolte all’autrice da Maurizio Boldrini, esperto di comunicazione oltre che docente dell’Università di Siena. Allo scadere degli anni Trenta del Trecento il ciclo, accompagnato da una Canzone, concorse in primo luogo a innovare il linguaggio della comunicazione politica in una società tutt’altro che pacificata e in piena trasformazione economica. Il governo dei Nove si preoccupò di offrire un preciso monito ai senesi su come comportarsi prospettando gli effetti politici e sociali della buona o cattiva amministrazione. In un interessante gioco di rimandi i principî, i valori, le virtù, ma anche i disvalori e i vizi si compenetrano con un’enciclopedia di divinità planetarie, stagioni, stemmi, decorazioni.

I 36 metri di pittura firmati da Ambrogio Lorenzetti diventano così una straordinaria testimonianza attraverso la quale – insieme a verbali, testi statutari, ecc. – è possibile ricostruire una precisa temperie culturale e politica. Nell’esaltare il Bene Comune, si scopre ad esempio la centralità del lavoro e dell’operosità che la verosimiglianza di Ambrogio Lorenzetti restituisce con una stupefacente autenticità. Ma chi poteva vedere quelle pitture nel 1338? A chi erano rivolte? A queste e a molte altre domande cercherà di rispondere l’autrice. Gabriella Piccinni, professoressa emerita di Storia Medievale dell’Università degli Studi di Siena e allieva di Giovanni Cherubini, è stata docente ordinaria all’Università di Siena oltre ad aver tenuto lezioni in molte Università italiane e internazionali. Attualmente dirige la "Rivista di storia dell’Agricoltura", fa parte del comitato scientifico del Centro di studi per la storia delle campagne e del lavoro contadino, del Centro di Studi sulla Civiltà del Tardo Medio Evo, delle riviste "Bullettino dell’Istituto storico italiano per il Medio Evo", "Historia Instituciones. Documentos", "Mediaeval Sophia" ed "Estudis d’Història Agrària". A Gabriella Piccinni si devono inoltre i saggi storici dei cataloghi di due importanti mostre tenute a Siena: Duccio. Alle origini della pittura senese (2003); Ambrogio Lorenzetti (2017). L’iniziativa è stata promossa e organizzata dalla Società Storica della Valdelsa in collaborazione con il Comune di Certaldo.

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