Coronavirus, i luoghi a rischio. Un contagio su 4 ora è in famiglia

Lo studio dell’Ars: il 25% si ammala in casa. E il 5% dei casi è stato importato dall’estero

Migration

Firenze, 20 settembre 2020 - S’insinua con facilità nei luoghi pubblici ma entra di prepotenza anche nelle nostre case. Se c’è una cosa che abbiamo imparato durante la pandemia è che questo maledetto virus trova sponda facile negli spazi chiusi, poco arieggiati, dove i contatti sono frequenti e ravvicinati. Ma spesso, nel corso degli ultimi mesi, il virus ha cambiato ’bersaglio’. All’inizio dell’emergenza ha preso in contropiede le strutture sanitarie (ora super blindate), durante l’estate ha scosso i luoghi della movida e ora sta mettendo a dura prova le scuole, alle prese con una difficile ma inevitabile ripartenza.

A Firenze le residenze per anziani restano il luogo con più alto numero di contagi se consideriamo l’intero periodo di emergenza, ma i dati dimostrano come il virus si diffonda con estrema semplicità anche in famiglia. È questa la fotografia scattata dall’ultimo report dell’agenzia regionale di sanità che ogni settimana pubblica aggiornamenti sulla diffusione del contagio. La domanda da cui parte l’analisi è semplice: quali sono i luoghi dove si trasmette il contagio? Per rispondere sono stati presi in esame 6.931 casi a livello regionale, pari al 60% dei contagi toscani. In base ai dati registrati risulta che per il 44,6% dei casi la trasmissione del virus è avvenuta in famiglia, per quasi uno su 4 in una Rsa, per il 3% in una struttura sanitaria o in ospedale e per il 6% sul luogo di lavoro.

Il quadro cambia se si prendono in esame i dati fiorentini: superata la fase più critica dell’emergenza, i casi in Rsa si sono praticamente azzerati ma il numero complessivo resta elevato, pari al 33%. È la percentuale più alta in Toscana. In forte crescita invece i casi di trasmissione in famiglia che rappresentano il 25% del totale. In pratica un malato su quattro si è contagiato tra le mura di casa. La terza percentuale più alta (15%) è quella degli operatori sanitari che si sono ammalati stando in prima linea. Da giugno c’è stata poi l’impennata dei contagi provenienti dall’estero: a Firenze il numero si ferma al 5,7%, in linea con la media regionale. E poi ancora: il 3,8% ha contratto l’infezione in ospedale, il 2,9% sul luogo di lavoro. La voce ’altro’ che racchiude tutti gli altri luoghi fa registrare il 13%. Altro dato significativo riguarda lo stato di salute dei pazienti deceduti al momento del contagio. Tra le 1.151 vittime toscane, "oltre tre su quattro erano affette da almeno una patologia cronica e oltre uno su cinque aveva tre o più malattie croniche concomitanti" si legge nel report dell’Ars. Le patologie prevalenti sono le malattie cardiovascolari, il diabete mellito e le malattie respiratorie croniche. Allo stesso temppo sono 271 i pazienti ’sani’ uccisi dal morbo: prima del contagio non soffirivano di patologie croniche.

 

 

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro