Un censimento per conoscere l’esatta collocazione e i responsabili dei dispositivi di videosorveglianza privata presenti in città. Ristoranti, negozi ma anche privati cittadini e condomini hanno infatti a disposizione una rete informale di "occhi" elettronici puntati su strade, piazze e anfratti a cui spesso anche il Comune di Firenze e le forze dell’ordine ricorrono in caso di avvio di indagini.
Matteo Chelli, Angela Sirello, Alessandro Draghi e Giovanni Gandolfo del gruppo Fratelli d’Italia, con una mozione, propongono che questi apparecchi vengano censiti in modo da redarre una sorta di registro con nome, cognome e numero di telefono dei responsabili.
Era il 2013 quando, proprio una città toscana, Pisa, fu una delle prime a sperimentare in Italia la prima anagrafe delle telecamere. Il prefetto di allora, Francesco Tagliente, aveva lanciato un censimento per conoscere l’esatta collocazione e i responsabili dei dispositivi di videosorveglianza privata presenti sul territorio.
"Al fine di dare un ulteriore supporto alle forze dell’ordine chiediamo che venga redatto un elenco aggiornato contenente l’ubicazione degli impianti di videosorveglianza privata installati e funzionanti sul territorio" sottolineano i consiglieri comunali dell’opposizione.
In buona sostanza, attraverso la piattaforma telematica i titolari possono facoltativamente comunicare ubicazione, periodo di funzionamento nell’arco giornaliero, durata e luogo di conservazione delle immagini riprese e naturalmente dati identificativi e recapiti.
D’altra parte, più volte, proprio gli occhi elettronici privati hanno permesso di ricostruire il quadro investigativo e incastrare i responsabili di episodi di microcriminalità urbana. Basti pensare alle decine di immagini di ladri ripresi all’interno delle attività con le mani nel sacco.
A marzo, nel famoso negozio di ottica Bottega di Sguardi, ignoti, dopo aver infranto la vetrata utilizzando come ariete un’autovettura, una 500 rossa, un gruppo di malviventi ha portato via merce per un valore di migliaia di euro con un raid di pochissimi secondi.
I tre uomini, fra i 33 e 43 anni di età, tutti senza fissa dimora, sono stati arrestati anche grazie alle telecamere private. E la memoria corre veloce anche al 29enne arrestato il 29 dicembre 2023 per aver pestato un uomo di 70 anni che non aveva il cane al guinzaglio.
Grazie alle indagini condotte dai carabinieri e alla visione delle immagini del sistema di video sorveglianza privato il responsabile è stato identificato. Insomma, l’anagrafe se ben gestita potrebbe tradursi in un ‘risparmio’ di risorse umane, oggi chiamate ad effettuare verifiche ‘porta a porta’ per sapere se ci sono telecamere utili per le indagini, a seguito di un delitto.
Rossella Conte