REDAZIONE FIRENZE

Frode Iva, bloccati beni per 14 milioni

Accertamenti su Consorzio di facchinaggio e trasporto. Fatture false per abbassare. i ricavi e avere crediti fiscali

Sedici tra rappresentanti legali e amministratori italiani e albanesi di una ‘costellazione’ di società cooperative – una trentina – del Consorzio Desa (fornitura di servizi di facchinaggio e trasporto) sono indagati per un vorticoso uso di fatture false – per 30 milioni – per operazioni e servizi inesistenti, emesse per consentire al Consorzio di evadere l’Iva. Accertamenti del Pef (nucleo di polizia economico finanziaria) della Guardia di Finanza, coordinato dal procuratore aggiunto Gabriele Mazzotta e dal pm Fabio Di Vizio, sono culminati nel sequestro preventivo (per 14 milioni, a ristoro del danno fiscale) di beni mobili e immobili, conti correnti, bancari e postali, liquidità in cassette di sicurezza. Il sequestro a carico dei presunti responsabili dei reati fiscali, reca la firma del giudice Giampaolo Boninsegna. Tra i reati tributari la fatturazione per operazioni inesistenti è il più ricorrente: il sistema è utilizzato specie da imprese, società per innalzare i costi e abbassare il proprio reddito. Il consorzio al centro delle indagini ha sede nel Pratese. Gli indagati, tra cui 13 albanesi e tre italiani, risiedono a Bologna, Firenze, Lucca, Pisa, Pistoia e Prato. Tra loro l’amministratore del consorzio, 49 anni, albanese e una sua connazionale 31enne, amministratore di fatto. Il consorzio otteneva contratti poi subappaltati alle cooperative consorziate; di fatto gestiva la manodopera formalmente in forza alle cooperative; ciò consentiva al consorzio di detrarre forti crediti Iva derivanti dalle prestazioni fatturate dalle coop che non versavano l’imposta e cambiavano via via, spostando i lavoratori e subentrando nei subappalti.

g.sp.