Più incentivi e autocertificazione. Euro 5, il piano per far slittare lo stop

Comune e Regione al lavoro sul protocollo. Caccia a nuovi fondi da Roma e idee per abbattere le emissioni

Firenze, smog (Edoardo Abruzzese/NewPressPhoto)

Firenze, smog (Edoardo Abruzzese/NewPressPhoto)

Firenze, 15 aprile 2023 -  Un ritocco verso l’alto al tetto Isee con cui i cittadini potranno rottamare veicoli diesel Euro 5 e acquistare auto meno inquinanti, ma anche un sistema di autocertificazione che, quando lo stop sarà a regime, aiuti i fiorentini a chiarire, in caso di controlli, la propria posizione se trovati a bordo di un’auto considerata inquinante. L’idea da limare e mettere a punto: via libera ad alcune categorie come chi sta circolando per lavoro, ad esempio un manutentore che si occupa di riparazioni, alt a chi invece sta usando l’auto per recarsi sul luogo di lavoro, come un impiegato. Sono solo alcune delle ipotesi al centro del confronto tra Comune e Regione che, in questi giorni, stanno discutendo un protocollo d’intesa che permetta di far slittare l’alt ai diesel inquinanti dentro la cintura dei viali a dopo il 24 aprile.

La nebbia sul piano del Comune che consentirà alla Regione di ritirare o modificare la delibera creata per rispettare la sentenza della Corte di giustizia dell’Unione Europea per ridurre lo sforamento da biossido di azoto, è ancora fitta. Ma una lucina si intravede. Fra le prime misure pensate da Palazzo Vecchio ci sarebbe l’innalzamento dell’Isee da 36mila fino a 50mila euro per i privati cittadini che potranno beneficiare degli ecoincentivi grazie al bando del Comune. Un bonus costruito con nuovi fondi per i quali Comune e Regione potrebbero fare pressing su Roma. L’obiettivo: scucire più dei 3 milioni e mezzo di euro ottenuti finora. Il ritocchino permetterebbe di ampliare la platea delle auto da rottamare e abbattere le percentuali dei veicoli a gasolio circolanti, nell’area dei viali: al 14% Euro 3, al 25% Euro 4 con la fetta più grossa, il 29%, di Euro 5. Tutte ipotesi al momento.

Sulle quali la variabile più pesante sarà giocata dal verdetto sugli sforamenti del No2 della centralina Arpat di viale Gramsci. Al momento i dati sono incoraggianti: negli ultimi 30 giorni non si sono registrati superamenti rispetto al limite di 200 microgrammi per metro cubo di concentrazione media oraria. La media annua, nel 2021, era sopra alla soglia rossa di legge di un soffio: 45 microgrammi per metro cubo contro i 40 previsti. Il risultato da centrare per abbattere i numeri registrati della centralina è vicino. Ma l’estate potrebbe portare a un innalzamento dei valori.

Il biossido di azoto, gas irritante prodotto dalle emissioni delle auto, nelle sue serie storiche, i picchi proprio nel periodo fra giugno e agosto. In poche parole: non basta incrociare le dita e sperare che i valori scendano, ma serve un piano per dare la spallata finale. Comune e Regione hanno ora pochi giorni per mettere a punto il protocollo sul quale si è impegnato anche il governatore Giani, trovare e ottenere i fondi e dare via al monitoraggio. Ma soprattutto stabilire una data entro la quale far scattare lo stop graduale dei veicoli più vecchi immatricolati dal 2009 in poi.

Claudio Capanni

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