Firenze, effetto Brexit: bye bye turisti inglesi

Gli albergatori lanciano l’allarme: 40% di presenze in meno dal Regno Unito

In città pochi i turisti inglesi (Foto di archivio)

In città pochi i turisti inglesi (Foto di archivio)

Firenze, 4 settembre 2019 - E’ ALLARME tra gli albergatori. In una stagione turistica che non è stata brillante, a preoccupare di più è l’assenza degli inglesi a Firenze. Una flessione iniziata a giugno, che si è trasformata in un crollo a due cifre nel mese di agosto. I dati sono in elaborazione da parte del Centro studi turistici di Firenze e usciranno entro qualche settimana, ma da quanto emerge dalle prime stime degli operatori del settore, il calo delle presenze degli inglesi potrebbe aggirarsi mediamente attorno al 20% per cento, con punte fino al 40. A essere colpiti sono soprattutto gli alberghi a 4 e 5 stelle.

Effetto Brexit? «A mio avviso sì e per due motivi in particolare. Da una parte – spiega Giancarlo Carniani, presidente della sezione alberghiera di Confindustria Firenze – il valore della sterlina è inferiore rispetto al passato e i nostri prezzi non sono concorrenziali rispetto ad altre destinazioni turistiche. Il che non incentiva i turisti a scegliere Firenze come destinazione». «La seconda ragione è che la paura, come si dice – prosegue Carniani – fa novanta. In un momento di forte incertezza, come quello che sta vivendo la Gran Bretagna, gli inglesi preferiscono non allontanarsi da casa e risparmiare». Una situazione che preoccupa gli albergatori fiorentini, visto che si potrebbe aggravare nei prossimi mesi, al momento dell’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. Tanto più che storicamente, per Firenze e l’intera Toscana, il secondo mercato più importante in termini di arrivi turistici è proprio quello inglese, che segue quello americano. «Una crisi degli inglesi – fa presente Carniani – ci fa più male di quella dei francesi e dei tedeschi, che pure non se la passano benissimo, i primi per i gilet gialli, i secondi per il Pil negativo».

Piu' cauto Francesco Bechi, presidente di Federalberghi Firenze, che ammette un calo delle presenze degli inglesi, dovuto al cambio sfavorevole sterlina-euro, «ma non a due cifre». E’ certo, però, che la stagione turistica non è stata quella sperata. Se le previsioni per fine anno sono positive, grazie alle presenze di americani e asiatici, boccheggia l’Europa, la cui popolazione quest’anno ha scelto evidentemente di restare a casa o preferito mete più economiche. Maggio, causa meteo, non è stato un mese buono per il turismo, in agosto si è registrata una flessione di circa il 10% delle presenze rispetto allo scorso anno. Sono andate meglio le due settimane centrali, ma mediamente il tasso di occupazione delle camere in città si è attestato sull’80%. Per gli albergatori si è tradotto in un calo di fatturato del 15%, con prezzi che sono diminuiti di un 5% rispetto allo scorso anno. Senza contare la l’ipotesi di un aumento dell’Iva, che metterebbe a dura prova le imprese del settore, costrette ad un rialzo dei prezzi che certo non incentiverebbe gli europei, né tanto meno gli inglesi, a scegliere Firenze come destinazione delle loro vacanze.

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