ROSSELLA CONTE
Cronaca

Dalle fedi ai regali della comunione. Ricordi in svendita per sopravvivere

Boom di accessi nei punti Compro Oro della città . Artigiani, commessi e partite Iva cercano soldi per arrivare a fine mese. Il Sunia Cgil: "Erano tutte famiglie che un anno fa non avevano alcun problema"

Compro Oro

Firenze, 20 marzo 2021 - C’è chi porta l’orologio custodito nel cassetto nel corso degli anni, chi gli orecchini regalati alla moglie. Per esempio, c'è una coppia (artigiano e parrucchiera), fiorentini, con figli. Con l’emergenza sanitaria si sono ritrovati senza lavoro e senza aiuti. E sono stati costretti a frugare nei cassetti e a vendere i gioielli che i piccoli avevano ricevuto come regalo della prima comunione. E’ solo una delle famiglie in fila agli sportelli Sunia Cgil. "Da quando è scoppiata la pandemia sono raddoppiati i nuovi poveri, persone che prima avevano un impiego e un’attività e ora si ritrovano senza nulla e sono costretti a vendere quel che hanno: i preziosi, l’argenteria, addirittura la macchina" si sfoga la segretaria Laura Grandi.

In coda in cerca di aiuto ci sono anche tre giovani commesse con il posto letto da pagare e lo stipendio che arriva a singhiozzo. Una di loro ha venduto gli orecchini del fidanzato. Ma anche il piccolo imprenditore che ha venduto i lingotti che aveva per anticipare la cassa integrazione ai suoi dipendenti. Impossibile attendere quando in tasca non c’è un euro per pagare il canone di locazione o far fronte magari a tutti i fornitori col fiato sul collo.

"Quello che fa riflettere è che la maggior parte sono nuclei familiari che fino a oggi non avevano mai avuto nessun tipo di difficoltà. Ma che ora, con gli aiuti che non arrivano, i genitori che hanno esaurito i risparmi e i prestiti inaccessibili, non ce la fanno più" prosegue Grandi. Dalla fine del primo lockdown sono quindi aumentati i fiorentini che si rivolgono agli sportelli dei compro-oro. Uomini e donne che cercano di monetizzare i ricordi di una vita. Secondo ilCodacons, il fenomeno è cresciuto del 50% rispetto al pre-Covid. Si tratta sia di persone che, grazie alla collanina, racimolano il gruzzolo per la spesa o per pagare le utenze. E sia chi - ma sono una minoranza - guarda con interesse alle quotazioni del mercato: nel 2006 l’oro veniva pagato 15 euro al grammo, oggi 46.90.

"Per esempio, ci sono liberi professionisti che, in passato avevano investito in oro acquistando lingotti e che ora, per paura di ritrovarsi senza liquidità, prendono una parte del patrimonio e la vendono approfittando. Certo, c’è anche chi magari è in attesa degli aiuti che non sono arrivati o della cassa integrazione ma vendono soprattutto gioielli che non indossano più" sottolinea Giacomo H. Giacintucci che da 10 anni gestisce col padre Golden Solutions, un’azienda familiare molto radicata in città. Secondo gli ultimi dati, la raccolta di oro, e non il fatturato, nel 2020 rispetto al 2019 è aumentata di circa il 30%. Ma chi sono i nuovi poveri? "Partite Iva - conclude Grandi -, artigiani, ristoratori e soprattutto guide turistiche e lavoratori del mondo dello spettacolo".