Sulla realizzazione di un centro per i rimpatri in Toscana il presidente della Regione, Eugenio Giani tiene ferma la sua contrarietà (anche se ieri si è un po’ ammorbidito) e manda un messaggio ulteriore a Roma: "Se arriva il ministero dell’Interno, non ho capito bene come, visto che non siamo stati coinvolti in nulla, e vuole fare il Cpr dirò che sono assolutamente contrario a farlo sul territorio regionale – spiega il governatore – vedremo che cosa dirà il Comune che verrà scelto. Se ne prenderanno tutte le responsabilità". Il comune potrebbe essere sempre la prima scelta, ovvero l’ex carcere mandamentale di Pescia. Sul punto Giani incalza: "Qualsiasi persona si rende conto che è una posizione illogica, perché il problema non è di reintegrarli nei loro paesi, non ci andranno mai e per mandarli ci vogliono almeno 18 mesi tanto prevedono le convenzioni internazionali che lo impediscono, lo burocratizzano". Contro il governatore si è scagliato il sottosegretario Patrizio La Pietra (Fdi): "Anche oggi la sinistra il problema dei migranti lo risolverà domani. Giani dimostra l’incapacità atavica a comprendere l’entità del problema dell’immigrazione illegale".
Intanto, ieri, Massimo Bartoccini, segretario provinciale Sap Firenze (sindacato di polizia) ha scritto una lettera aperta al governatore sull’apertura dei Centri chiedendo un incontro urgente: "Il Sap desidera sottolineare una serie di problematiche concrete che il nostro territorio sta affrontando in assenza di un Cpr. Ogni giorno, dalla Toscana partono pattuglie con a bordo immigrati diretti ai vari Cpr sparsi in tutta Italia che comporta un significativo dispendio di risorse umane e logistiche. Gli operatori sono quotidianamente distolti dai loro compiti ordinari e inviati in missione presso centri distanti, con conseguente sottrazione di forze all’ordine e sicurezza del nostro territorio. C’è da considerare l’importante costo economico per lo Stato. Il trasporto, l’assistenza e la gestione logistica dei trasferimenti sono gravosi e potrebbero essere notevolmente ridotti con la presenza di un Cpr nel nostro territorio".
Il sindacato ritiene fondamentale "valutare con occhi critici e costruttivi la realtà operativa e logistica che gli operatori di polizia affrontano. Le chiediamo pertanto, con spirito di collaborazione, un incontro per poter affrontare il delicato tema".