Covid Toscana: Omicron molla la presa, gli ospedali respirano

Landini (direttore specialistiche mediche): "Stiamo riattivando i posti letti di chirurgia. Interventi: obiettivo riprendere la piena operatività"

Firenze, 11 febbraio 2022 - Calano i posti letto occupati dai pazienti Covid e gli ospedali si preparano a tornare alla normalità. Sono dati rassicuranti quelli che arrivano dalla Regione e che fotografano l’andamento giornaliero dei ricoveri. In tutta la Toscana, ieri, si sono registrati 53 posti letto occupati in meno rispetto al giorno precedente: -47 nei reparti ordinari (dove in pazienti sono complessivamente 1.205) e -6 in terapia intensiva (dove sono ricoverate 90 persone). Nella zona fiorentina, ci sono stati due posti letto occupati in meno a Borgo San Lorenzo, -1 a Bagno a Ripoli e altrettanti a Figline, -12 a Empoli e ancora -1 a Santa Maria Nuova. Nessuna variazione a Villa Ulivella Glicini e a Torregalli, mentre si registra il segno più a Careggi (+2) e Meyer (+1).

"Nelle strutture della Ausl Toscana Centro – spiega il dottor Giancarlo Landini, direttore del dipartimento specialistiche mediche della Ausl Toscana Centro – abbiamo 432 letti di degenza ordinaria e 400 di "low care", ovvero di cure a bassa intensità, con un tasso di occupazione complessivo del 97%. Il dato è quindi ancora alto, ma l’aspetto positivo è che siamo arrivati a una situazione di equilibrio fra nuovi ingressi e dimissioni. Non c’è più un incremento, anzi, da alcuni giorni abbiamo un lieve decremento".

E questo permette agli ospedali di cominciare a tornare alla normalità. "Stiamo riconvertendo i reparti – spiega ancora Landini – e riattivando i letti di chirurgia che erano stati dedicati ai pazienti Covid (circa la metà di quelli disponibili). Entro fine mese contiamo di restituirli tutti alla loro funzione originaria. C’è ancora una grande sofferenza per gli interventi chirurgici non urgenti: il primo obbiettivo è quindi ripristinare prima possibile la piena operatività in questo ambito al San Giovanni di Dio, al Santa Maria Nuova e all’Osma".

Le criticità non sono però del tutto superate. "Le terapie intensive vanno bene perché con tre dosi di vaccino praticamente nessuno finisce in rianimazione – continua il dottor Landini -. Restano invece alte le criticità nella gestione dei pazienti non vaccinati, gli unici che continuano ad aver bisogno della terapia intensiva. Un altro fattore di complessità sono i malati che, dovendosi curare per altre patologie, hanno anche il Covid. Un fenomeno esploso con Omicron e che ci costringe a organizzare reparti dedicati". Infine c’è il tema delle cure "low care", dove gli strascichi della pandemia sono destinati a durare a lungo.

"Molti pazienti hanno bisogno di assistenza – spiega Landini – ma senza particolare intensità di cure. Questo ci ha spinto a incrementare i letti al Creaf di Prato, in modo da alleggerire il peso sugli ospedali di Prato, Pistoia e anche un po’ su quelli di Firenze. Questa struttura resterà sicuramente aperta più a lungo, garantendo un centinaio di posti letto e trasformandosi nel polo di riferimento di tutta l’area anche quando, si spera presto, gli altri ospedali torneranno Covid-free".

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