Con Cospito contro il 41bis Il corteo blocca la città

La manifestazione che si è svolta nella zona dell’Isolotto ha ostacolato il traffico. Guerra, carcere duro e migranti tra i temi che hanno mosso la marcia.

Con Cospito contro il 41bis  Il corteo blocca la città

Con Cospito contro il 41bis Il corteo blocca la città

È bastato un corteo di una centinaia di persone per mandare in tilt il traffico della città. La manifestazione, partita da piazza dell’Isolotto e arrivata in piazza Pier Vettori, è stata organizzata dal Centro popolare autogestito, Assemblea 41bis, alcuni centri sociali (tra cui il nEXt Emerson) e le sigle studentesche antifasciste di Firenze. Tutti riuniti sotto il simbolo anarchico del cerchio con saetta. L’obiettivo della mobilitazione era contestare il 41bis, sostenere la scarcerazione di Alfredo Cospito, dire stop alla guerra e alle torture nelle carceri. Il risultato indiretto è stato invece quello di bloccare le arterie principale della viabilità, congestionare la zona dell’Isolotto e creare disagi ai cittadini.

Il corteo non si è fatto mancare anche l’accensione di un paio di fumogeni e qualche graffito con la bomboletta lasciato per strada, nel quale si incita alla scarcerazione dell’anarchico (sui muri di via Pisana) e alla distruzione delle banche (sui vetri di Chianti Banca in piazza Pier Vettori). Nessun altro danno è registrato. Il cuore della protesta è stata comunque la salute di Cospito, che nel 2014 è stato condannato a 9 anni e 5 mesi di reclusione per la gambizzazione di Roberto Adinolfi, dirigente della Ansaldo Nucleare, e negli ultimi mesi è stato protagonista di uno sciopero della fame. Mano per mano i manifestanti hanno fatto girare un foglio con le dichiarazione scritte di Cospito all’udienza di riesame per le misure cautelari dell’operazione Sibilla, nelle quali l’ergastolano spiega le motivazione del suo accanimento contro il carcere duro.

"Cospito libero" e "no al 41 bis", gridano a gran voce gli incitatori. Un tema molto attuale, che fa coppia nel testo dei cori a quello dei Centri di permanenza per i rimpatri (Cpr) dei i migranti. "Non sono concepibili, sono carceri nei quali i migranti vengono privati dei diritti fondamentali", spiega Alessandra, una giovane che non si riconosce in nessuna sigla, ma che ha sentito la necessità di scendere in piazza per dire la sua. Sono molti gli ’indipendenti’ che alla manifestazione non vogliono essere etichettati con le sigle organizzatrici. "Mi sono sentito chiamato in causa in quanto antifascista e in quanto sostenitore dei diritti dell’uomo, che con il 41bis vengono del tutto azzerati", chiosa Paolo.

Pietro Mecarozzi

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