Cna: "82 milioni di rincari nelle bollette delle imprese"

Le richieste dell’associazione per evitare il default dell’intero sistema "Estendere le misure nazionali alle aziende non energivore e autoproduzione"

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di Fabrizio Morviducci

A fine anno le imprese scandiccesi, a parità di consumi, pagheranno all’incirca 82 milioni di euro in più rispetto al 2019. Le soluzioni? Difficilissime da trovare con i prezzi attuali. A denunciare le enormi difficoltà è ora il responsabile di Cna Scandicci, Simone Balducci. "Fissare un tetto al prezzo del gas è una priorità su cui chiediamo l’impegno congiunto di tutte le forze politiche – dice Balducci –. Occore estendere le misure anti caro-energia che sono allo studio alle imprese non energivore. E incentivare la produzione di energia da fonti rinnovabili, liberandola da costrizioni burocratico-autorizzative e finalizzandola all’autoconsumo da parte delle piccole imprese. Poi puntare sul risparmio energetico, stabilizzando gli ecobonus per la riqualificazione energetica degli immobili e sfruttare l’opportunità offerta dalla termovalorizzazione".

Dando un’occhiata ai rincari sulle bollette, si tratta di cifre enormi: acconciatura e estetica (+152%); panificazione (+199%); alberghiero (+150%); impianti (+164%); fonderia artistica (+211%); abbigliamento (+137%); ristorazione (+228%); odontotecnica (+114%). Un’escalation che comporta pesanti ripercussioni che le imprese hanno già subito o subiranno a breve, ferme restando così le cose: aumento dei prezzi, riduzione dell’orario lavorativoapertura al pubblico, ricorso alla cassa integrazione, diminuzione del personale, sospensione dell’attività, chiusura.

Afferma Balducci: "Penso anche che le nostre stime potrebbero essere approssimate per difetto". Secondo Cna sarebbe utile una proiezione di brevissimo termine per evidenziare la capacità di risposta del Piano rispetto ai recenti annunci di interruzione totale delle forniture dalla Russia. Inoltre sarebbe utile affiancare il piano Cingolani con un impatto delle singole misure in termini di capacità o meno di incidere sul caro-energia. Ma è necessario un confronto con tutte le categorie produttive sul territorio. "Un confronto – conclude Balducci – che al momento non vede coinvolto il settore dell’artigianato e delle piccole imprese. E questa mancanza spiega un’impostazione del Piano che sottovaluta molto il contributo della moltitudine di Pmi diffuse sul territorio che, con interventi semplici, volontari, e a basso impatto sull’attività di impresa, potrebbero in tempi brevi ridurre considerevolmente i consumi di gas".

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