EVA DESIDERIO
Cronaca

Centro Moda Quei pionieri dimenticati

Eva

Desiderio

Non di sola Sala Bianca vive l’epopea della moda fiorentina, oggi internazionalissima col Pitti Uomo che però soffre, e non poco, per la deriva della pandemia da Covid 19 che si è abbattuta dolorosamente anche sulle fiere. Ci sono stati anni epocali anche dopo la prima sfilata di alta moda italianissima nel 1952 voluta nello splendore della sala di stucchi in Palazzo Pitti. Allora un visionario come Giovan Battista Giorgini fondava l’Italian Style. Poi negli anni ’70 le incrinature e le incomprensioni, prima coi sarti della couture romana e poi con gli stilisti che puntavano su Milano e fondavano le passerelle del Made in Italy. Nel mezzo alla bufera il Centro di Firenze per la Moda Italiana, fondato nel ’54, resisteva e rilanciava alla grande tanto che nel ’72 dava vita al primo Pitti Uomo nei saloni di Villa Medici. A guidare questa nuova corsa Franco Tancredi, presidente del Centro Moda dopo Giorgini nel 1967, proiettato a gettare le base di quello scambio tra industria e fiere, tra distribuzione internazionale e business. Accanto a lui la tenacia, l’energia, la professionalità di Elena Manzotti, nata a Roma nella famiglia Cammarata, sposata a Firenze con Beppe Manzotti e madre di Michele, nostro collega. Direttore generale del Centro Moda la signora Manzotti, come tutti la chiamavano con rispetto e un certo timore per bravura e autorevolezza, era il braccio destro di Tancredi e motore in quegli anni di tutti i saloni fiorentini. Una manager diremmo oggi, che ha saputo sempre conciliare lavoro e famiglia. Nel ’75 era nato Pitti Bimbo, poi nel ’77 Pitti Filati, un anno dopo Pitti Casa. Poi verrà quella scintilla che è stato Pitti Trend.

Elena Manzotti, scomparsa poco più di due mesi fa, è stata la vera promotrice di relazioni tra ente fieristico ed espositori, che allora erano tutti i big della moda italiana. Sempre sorridente e naturalmente elegante, direttore generale integerrima, instancabile animatrice di presentazioni ed eventi che per quegli anni di ponte tra i ’70 e gli ’80 erano davvero una novità. Modi gentili ma pugno di ferro Elena lasciò l’incarico alla venuta del nuovo presidente Marco Rivetti nel 1987. La Firenze smemorata non ha ricordato né lei né tantomeno ricorda mai Franco Tancredi. Che peccato non tramandare simili esempi di attaccamento e orgoglio per la città!