Casse di espansione Serve una ’variante’

Manca questo fondamentale passaggio per consentire la ripresa dei lavori per “Fibbiana 1“ che è ancora in stallo dopo l’accordo stragiudiziale

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I nubifragi che nel novembre 2019 colpirono ’Empolese Valdelsa e il Valdarno avevano fatto riaccendere i riflettori sulle casse di espansione di Fibbiana 1 e 2, un’opera idraulica strategica, ma inutilizzabile perché non ancora ultimata. Con l’inizio della stagione piovosa, l’obiettivo non è stato ancora raggiunto. Per portare a termine i lavori c’è bisogno di approvare una variante al progetto dell’invaso di Fibbiana 1, quello che insiste nel comune di Capraia e Limite. Le imprese incaricate di completare l’opera hanno citato davanti al tribunale di Firenze la Città Metropolitana per delle riserve apposte sulla contabilità dei lavori di Fibbiana 1. Il giudice ha dato ragione alle stesse imprese e condannato l’ex provincia. Grazie all’intervento del commissario, nominato proprio per completare i lavori, è stato raggiunto un accordo stragiudiziale che ha risolto la questione prevedendo la corresponsione di 1.160.220 euro alle ditte. Ovviamente, l’importo originario previsto per il completamento dell’invaso,10.898.700 euro, non risultava più sufficiente. Servivano maggiori risorse: una parte per il completamento dei lavori, l’altra per onorare l’accordo stragiudiziale, per un totale di 2.431.269. I soldi sono stati trovati attingendo alle casse di Regione (1.945.015,87 euro) e Metrocittà (486.253,96 euro). Per la conclusione dei lavori, a questo punto, si rende necessario procedere all’approvazione della variante, che rivaluta anche tutto l’importo. Dopodiché, non dovrebbero esserci più ostacoli per il completamento dell’invaso. L’inizio dell’iter per la realizzazione delle casse di espansione di Fibbiana risale al 2003, quando la Regione stanziò i circa 10,8 milioni di euro necessari.

I lavori hanno ripreso il via con decisione soltanto nell’aprile 2015. In base al nuovo cronoprogramma la consegna degli invasi era prevista entro dicembre 2017, ma prima della fine dell’anno la Giunta regionale ha nominato un commissario straordinario, l’ingegner Antonio Cinelli. Nel febbraio 2019 c’è stato poi il passaggio di consegne all’architetto Cesare Calocchi, cui è stato affidato l’incarico di completamento e collaudo. Stando al cronoprogramma aggiornato ad un anno fa, il 2020 doveva essere l’anno della consegna dell’opera in grado di essere utilizzabile in caso di piena dell’Arno. L’augurio è che non ci sia la necessità di ricorrere all’invaso di raccolta delle acque del fiume. Ma se dovesse verificarsi una nuova piena dell’Arno, Fibbiana 1 sarà pronta per l’evenienza?

Irene Puccioni

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