Il Comune e la beffa dei buoni pasto

Commissioni troppo alte: e quasi nessun ristoratore accetta i ticket consegnati da Palazzo Vecchio ai propri dipendenti

La beffa dei dipendenti comunali che non possono spendere i loro buoni pasto

La beffa dei dipendenti comunali che non possono spendere i loro buoni pasto

Firenze, 7 dicembre 2019 - Più che buoni pasto… dei buoni a nulla. Dietro il gioco di parole si cela però tutta l’amarezza dei 4mila dipendenti del Comune di Firenze, che in questi giorni si sono ritrovati ticket per il pranzo che servono a poco. Due i motivi: intanto, sono insufficienti i bar-ristoranti che nella nostra città accettano i buoni della ditta Repas. E soprattutto gli esercenti, di fronte alle commissioni che arrivano fino al 20%, preferiscono dire di no a chi presenta quei tagliandi.

Ma cos’è successo? «Il Comune di Firenze – spiega Stefano Cecchi dell’Usb, – ha comprato i nuovi buoni per 1milione e 200mila euro. L’acquisto è stato fatto via Consip con un ribasso del 19,5%. Ovvio che la ditta aggiudicataria faccia un ricarico sull’esercente almeno della stessa cifra. Col risultato che a rimetterci, al solito, sono i lavoratori. Oltretutto, in una città cara come la nostra il valore reale del buono è decisamente inferiore a quello nominale». «Una situazione paradossale. Chiediamo un intervento immediato. Si passi subito al buono elettronico, visto che sarà obbligatorio dal primo gennaio», dice Cecchi. «Se entro la settimana prossima il problema non sarà risolto, porteremo la nostra protesta all’interno del consiglio comunale», è sul piede di guerra il sindacato. «Abbiamo i nuovi buoni, ma per ora non li ho potuti utilizzare - allarga le braccia Marco, che lavora alle Oblate -. Né la caffetteria interna né la trattoria in cui pranziamo li accettano. Il gestore del ristorante ci ha detto chiaramente che, da gennaio, forse prenderà questi ticket, ma che dovrà aumentare il prezzo, perchè con una provvigione del 20% non c’è altra strada». «Hanno iniziato a consegnare i buoni, ma non le macchine pos necessarie a noi ristoratori per poterli incassare - dice Annarita Delle Grottaglie del ristorante Rose’s di via del Parione -. E poi con queste commissioni così alte come facciamo?».

A sollevare la questione in consiglio comunale è stato il consigliere di Sinistra Progetto Comune Dmitrij Palagi: «In vista del cenone, dipendenti comunali senza pranzo?», domanda ironicamente il consigliere. Che aggiunge: «Lunedì riporterò il tema in consiglio. Sul sito di Repas figurano 67 punti convenzionati. Secondo il Comune sarebbero 230. Ma ci sono zone scoperte e la totalità degli esercizi in cui da sempre mangiano i dipendenti di Palazzo Vecchio non accetta questi buoni».

«Siamo dispiaciuti per i disagi che possono essersi verificati nella fase iniziale della gestione dei nuovi buoni pasto - risponde l’assessore Alessandro Martini -. Il numero degli esercenti che accettano i nuovi ticket sta aumentando e gli uffici comunali competenti si stanno adoperando per ampliarlo ancora. Per quanto riguarda la questione del rifiuto da parte di alcuni esercenti di accettare il buono pasto per gli eccessivi ricarichi, si precisa che si tratta di una cifra percentualmente poco superiore al passato. E che comunque è stabilita in sede Consip. Stiamo lavorando per l’attivazione, nel giro di 2-3 mesi, dei buoni pasto elettronici che consentiranno prima di tutto una miglior e fruibilità e inoltre saranno, per ragioni fiscali, più vantaggiosi per i dipendenti». Elettra Gullè © RIPRODUZIONE RISERVATA

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