Firenze, 19 novembre 2023 – «Subito mezzo miliardo di euro, e solo per l’emergenza. E poi risarcimenti senza ritardi. Il governo non faccia pagare ai toscani la propaganda politica e non speculi sulle tragedie". Emiliano Fossi, parlamentare e segretario regionale del Pd, ostenta calma ma in realtà è furioso. Le parole del ministro Musumeci a Campi gli rimbombano in testa come un martello.
Il ministro ha accusato gli amministratori di non aver fatto abbastanza sulla prevenzione. Ha ragione?
E’ venuto in Toscana a fare politica, speculando su una tragedia in modo vergognoso. A pochi giorni dal disastro, con le case ancora sott’acqua e le aziende devastate, mentre tutti chiedevano risposte, ha lanciato accuse irricevibili alle nostre imprese e ai nostri territori. Ma il ministro tenga bene a mente una cosa, e con lui la Meloni: difenderemo ogni azienda, ogni casa, ogni campo della Toscana. Scherzano col fuoco. Quello che è accaduto è senz’altro colpa dell’uomo perché il riscaldamento globale che porta questi fenomeni estremi lo è. Loro però negano che sia così".
Eppure Musumeci ha detto che i fondi per la prevenzione del dissesto idrogeologico c’erano eccome, ma ci sono stati fiumi tombati, torrenti canalizzati e vasche di espansione mai completate...
Noi i soldi li spendiamo. In 10 anni si é investito 2 miliardi, loro in dieci mesi ne hanno tagliato già uno. Servono più risorse perché nel tempo abbiamo usato il territorio con minore attenzione e ora, con il clima impazzito, dobbiamo correre e rimediare. Quello che si è verificato è stato un evento epocale, mai registrato prima in Toscana: si sta parlando di un fenomeno che avviene ogni 400 anni. Molto più violento dell’alluvione del ‘66. Bilancino ha fatto 4 metri in 3 ore. Abbiamo evitato un dramma ancora più grande con gli investimenti concretizzati negli anni ma non basta e il governo invece di spendere di più taglia. Questa è incapacità".
Il Pd aveva già attaccato il governo sul definanziamento di 1, 3 miliardi del Pnrr per il rischio idrogeologico. E’ così?
Un’assurdità. In Toscana abbiamo cantieri aperti per la sicurezza idraulica per oltre 700 milioni. Il ministro viene a fare propaganda scordandosi che i tagli rendono più fragili i territori.
Il Governo ha messo a disposizione 5 milioni di euro per la primissima fase dell’emergenza. Bastano?
Neppure per coprire le somme urgenze... Occorrono molti più soldi dal governo per famiglie, imprese ed enti locali.
Allora cosa vi aspettate?
Abbiamo presentato in Senato un emendamento al decreto Anticipi in cui chiediamo 550milioni di euro (calendarizzato il 28 novembre) per coprire i primi interventi. Mi aspetto che il Governo voti a favore, che non facciano pagare alla Toscana il prezzo dello scontro politico. Sul Decreto Bollette abbiamo dato battaglia con un mio ordine del giorno e ottenuto la rateizzazione dei pagamenti per le utenze sospese nei territori alluvionati. Continueremo a combattere".
In Emilia il governatore Bonaccini da mesi che accusa il governo di ritardi. Roma matrigna contro le regioni rosse?
Davanti alle emergenze, il colore politico non dovrebbe esistere. L’auspicio è che non ci siano Regioni di serie A e di serie B, ma una cosa è certa: se l’Emilia-Romagna si sta rialzando è grazie alla forza della collettività e alla capacità degli amministratori locali. Di soldi non c’è traccia e ci auguriamo che non sia un film che si ripeta da noi.
Lei è stato sindaco di Campi. Il Centro per il cambiamento climatico ritiene che sia una delle zone con il 100 per 100 di rischio frane, mentre l’Ispra rileva che è una delle aree in cui si è consumato più suolo. L’impatto degli eventi naturali dipende anche da questo. Si sente tirato in ballo?
Dagli anni ’90 in poi, Campi è cresciuta, siamo diventati una città, con quasi 50.000 abitanti, da paese che eravamo e uno dei poli industriali più importanti della Regione, è indubbio che si sia consumato territorio. Ma sono state anche investite - tra Comune, Consorzio di bonifica, Regione e Provincia - risorse importanti sulla lotta al dissesto idrogeologico, sulle acque alte, sulle acque basse e sulla prevenzione. Ma in tre ore è caduta la quantità d’acqua pari a quella di un intero novembre super piovoso. Con questi eventi eccezionali dobbiamo sempre più fare i conti e ciò impone un cambiamento di approccio: vale per Campi e per ogni altra realtà.
Il Consorzio di Bonifica dice che sulla Marina che ha strappato gli argini c’era un piano già nel ’99 per 26 milioni, ma ne sono arrivati 8 (6 dal governo e due dalla Regione) mentre l’Auto rità di Bacino sostiene che i fondi c’erano e tutto poteva essere risolto dal commissario regionale. E’ così?
Sulla Marina c’è un progetto complessivo che viene realizzato a stralci, due dei quali sono in corso di realizzazione. Il Commissario per l’accordo del 2010, che contiene numerose opere idrauliche, è una figura senza particolari poteri: ha solo la possibilità di ricorrere ad una contabilità speciale, ma non gode di deroghe. Questo significa che per fare un’opera idraulica si deve sottostare alle stesse leggi e autorizzazioni di una qualunque altra opera pubblica o privata, senza corsia preferenziale dettata dell’urgenza. Sono norme, prevalentemente statali, che andrebbero semplificate: non mi pare che chi oggi parla di lentezza ci abbia provato quando dirigeva un ministero.
Il presidente Giani è commissario ma la polemica politica darà in mano a qualcun altro, tipo Figliuolo, la fase della ricostruzione?
Sarebbe auspicabile avere un commissario che conosce bene la Toscana anche per la ricostruzione. Il governo faccia come crede, ma non si metta contro le toscane e i toscani solo per logiche di parte.
Quando si verificano disastri si cercano sempre colpe. Non sarà che la politica è chiamata ad uno sforzo più ambizioso rispetto al cambiamento climatico con cui si devono fare i conti?
Non possiamo più ignorare la crisi climatica. Abbiamo assistito a piogge torrenziali e venti impetuosi che non possono essere catalogati come “maltempo”. Dobbiamo investire sulla prevenzione e manutenzione del territorio, con misure più efficaci di contrasto al disastro idrogeologico e di gestione dell’acqua, reindirizzare la traiettoria di sviluppo in uno scenario di sostenibilità e dobbiamo farlo agendo al più presto.
Lei è campigiano. Che cosa ha provato?
Dolore profondo. Ma non ho avuto il tempo di disperarmi e come me i campigiani. Ci siamo rimboccati le maniche, come sempre.
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