REDAZIONE FIRENZE

Alluvione Fischi e contestazioni: "Ancora fuori casa 250 persone"

Assemblea pubblica in teatro con le istituzioni e in contemporanea sit-in di protesta dei Comitati in piazza

Alluvione Fischi e contestazioni: "Ancora fuori casa 250 persone"

Fischi e contestazioni, rabbia ed esasperazione. A quasi tre mesi dall’alluvione (era la sera del 2 novembre quando il Bisenzio tracimò all’altezza della Rocca e dopo poco la Marina ruppe gli argini nei pressi di Asmana), i cittadini di Campi chiedono rissposte concrete alle istituzioni. E, così, ieri mattina, non sono mancati attimi di tensione durante l’assemblea pubblica che si è tenuta in un affollato TeatroDante Carlo Monni alla presenza del sindaco Andrea Tagliaferri, dell’assessora regionale alla Protezione civile Monia Monni, del direttore difesa del suolo e Protezione civile Giovanni Massini e l’amministratore unico del Consozio Lamma Bernardo Gozzini per fare il punto sui danni provocati dall’alluvione e le relative richieste di risarcimento. In concomitanza, in piazza Dante, si è tenuto un sit-in di protesta organizzato dai comitati dei cittadini.

Al momento non esiste una stima ufficiale delle persone ’sfollate’ ma secondo i comitati locali sono non meno di 250 coloro che devono vivere in alloggi di comodo o che comunque hanno il proprio appartamento pressoché inabitabile. "Il 2 novembre è un evento estremo ma non più raro. A fronte dei cambiamenti climatici, tutta la pianificazione che noi abbiamo sempre fatto non basta più" le parole di Monni ai tanti che hanno fischiato e manifestato in vario modo la propria frustrazione all’interno e all’esterno del teatro. "Dovete considerare che in Toscana ci sono da gestire qualcosa come 46mila chilometri di reticolo minore. Prima dell’alluvione avevamo aperti 700 milioni di cantieri" ha detto ancora l’assessora. "Comune e Regione pensano, davanti ai cittadini, di fare le vittime. Ma le vittime sono i campigiani" ha tuonato il consigliere d’opposizione Paolo Gandola, prendendo le difese dei campigiani che, arrabbiati e in attesa di aiuti concreti, si sono sentiti presi in giro dal dibattito istituzionale.

"Oggi (ieri, ndr)è stato il primo di tanti incontri che faremo con i cittadini ed i comitati organizzati. Vogliamo offrire tutte le informazioni necessarie a garantire un adeguato livello di partecipazione, sia nella fase di progettazione che in quella di realizzazione delle opere di riduzione del rischio residuo. Faccio un ulteriore appello alle popolazioni colpite ad inviare i moduli di richiesta danni. Capisco la sfiducia e lo scoramento, ma non è mai accaduto prima che non siano riconosciuti risarcimenti, quindi facciamo le rischieste e poi battiamoci insieme per avere le risorse necessarie prima possibile. Ricordo, inoltre, che solo chi invierà il modulo potrà ricevere il contributo messo a disposizione della regione, che sarà disponibile in tempi brevi e potrà coprire quanto non coperto dalle risorse nazionali, come macchine e motorini" ha detto ancora Monni. E c’è tempo fino al 9 febbraio per inoltrare la richiesta danni o la richiesta del ‘contributo di autonoma sistemazione’ (un rimborso delle spese sostenute per trovare una sistemazione provvisoria nell’immediatezza) per le famiglie e le imprese che hanno subito danni a causa dell’alluvione.

Barbara Berti