
Allarme sfratti, più di 200 al mese. A rischio famiglie e anziani: "È colpa degli affitti brevi"
di Rossella Conte
Sono più di 50 le convalide di sfratti ogni settimana a Firenze, 200 quelle mensili, 150 quelli con forza pubblica per un totale di 2.600 sfratti solo nel 2023. Numero che nel 2024 potrebbe raggiungere le 3mila unità secondo le previsioni del sindacato degli inquilini Sunia Cgil Firenze. "I numeri sono drammatici e destinati a peggiorare anche perché non riguardano più solo chi non riesce a far fronte alla rata del canone ma anche famiglie che hanno sempre pagato l’affitto ma che saranno costrette a lasciare l’immobile dove vivono" sottolinea Laura Grandi, segretaria generale Sunia Cgil Firenze.
Secondo l’Osservatorio del Sunia, l’80% delle persone alla ricerca di un tetto sotto cui vivere sono proprio persone a cui non è stato rinnovato il contratto di affitto non per morosità ma per la decisione del proprietario di destinare le sue mura ad affitti brevi. "Non abbiamo mai visto niente del genere, la situazione è drammatica e riguarda tutti, anche la classe media. Persone che con uno o due stipendi si ritroveranno senza una casa" dice Grandi. Sono circa 20mila i fiorentini che rischiano di ritrovarsi fuori di casa, secondo le stime del Sunia che, con la riapertura dei propri uffici dopo la pausa estiva, si è ritrovato sommerso di mail, telefonate e lettere di persone in cerca di aiuto. E nel 2024 il numero delle persone in emergenza abitativa, secondo le previsioni del sindacato, potrebbe salire a 22mila.
Sempre secondo il dossier Sunia, elaborato su un campione di 468 persone che si sono presentati agli sportelli dal 1 marzo al 31 luglio, il 63% dei "bisognosi" sono italiani. Soprattutto anziani, ma sono in aumento anche le giovani coppie con figli.
Dall’indagine emerge che il 24% delle famiglie ha grosse difficoltà a far fronte alle spese delle utenze, il 47% non riesce a pagare la rata del condominio, il 21% ha dovuto tagliare le spese mediche e l’11% ha alleggerito il carrello della spesa.
"Il vero problema sono i canoni di locazione sempre più alti per case sempre meno disponibili – dice Grandi –. Il mercato degli affitti brevi ha completamente disintegrato quello residenziale. Impossibile trovare un immobile a meno di 900-1000 euro mensili per 50 mq".
Delle 366 famiglie, invece, che hanno manifestato la difficoltà di pagare l’affitto, 282 nuclei (77% del campione) pagavano più di 800 euro al mese, 63 nuclei (17%) tra 600 e 700 euro, 15 nuclei (7%) meno di 500 euro. Per il Sunia è indispensabile dunque ristrutturare tutti gli alloggi di edilizia pubblica sfitti e riassegnarli in breve tempo a chi si trova in difficoltà abitativa, un piano pluriennale di aumento dell’offerta di alloggi a canoni sostenibili ma soprattutto prevedere la riqualificazione "di parti della città che non siano ad esclusivo appannaggio del ceto benestante, come per esempio è successo alla Manifattura Tabacchi dove un trilocale non costa meno di 450 mila euro".
"È necessario – conclude Grandi – mettere un argine al proliferare degli affitti brevi con una previsione di modifica urbanistica alle categorie d’uso residenziale".