PIER FRANCESCO NESTI
Cronaca

Acutis e il miracolo fiorentino. Salvò una ragazza senza speranza

Nel luglio di due anni fa una giovane del Costa Rica cadde di bici nel centro storico cittadino. I medici avevano decretato possibilità di vita nulle. Ma la madre andava a pregare ad Assisi.

Acutis e il miracolo fiorentino. Salvò una ragazza senza speranza

Acutis e il miracolo fiorentino. Salvò una ragazza senza speranza

E’ fiorentino il miracolo che gli ha aperto la strada verso la santità, raggiunta a tutta velocità, proporzionale solo alla giovanissima età del diretto interessato. Stiamo parlando di Carlo Acutis, lo studente lombardo morto quindicenne a causa di una leucemia fulminante, diventato un modello di vita cristiana. Sarà un Concistoro a stabilirne la canonizzazione. Lo ha deciso giovedì Papa Francesco, come reso noto dalla Sala stampa vaticana, che ha ricevuto il cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero per le Cause dei Santi, firmando i Decreti riguardanti appunto il giovane Carlo e il fondatore dei Missionari della Consolata, Giuseppe Allamano.

Ma per capire perché Carlo Acutis sarà Santo, bisogna fare un salto indietro di quasi vent’anni: nell’ottobre del 2006, giovanissimo, una malattia improvvisa lo porta via, ma non fa sparire, anzi ‘fortifica’ tutto quello che ha costruito nella sua pur breve vita. Così, nel 2020, il Pontefice lo rende Beato ad Assisi, città dove adesso riposa, nel Santuario della Spogliazione, meta di infiniti pellegrinaggi. Ed è proprio da Assisi che inizia la storia, assolutamente straordinaria, del miracolo e che adesso porterà alla sua canonizzazione.

Già perché il miracolo riconosciuto in queste ultime ore, in quanto ritenuto fatto inspiegabile e avvenuto per la sua intercessione, riguarda una ragazza del Costa Rica che studiava a Firenze. Infatti, fra i tanti pellegrini che quotidianamente vanno a pregare sulla sua tomba, c’è anche Liliana, la madre della ragazza. Siamo nel luglio di due anni fa, l’8 per la precisione: appena sei giorni prima, il 2, sua figlia cade nella notte dalla bicicletta mentre torna a casa, nel centro di Firenze, dove si trovava dal 2018. Le notizie che arrivano dall’ospedale di Careggi sono di quelle che non lasciano spazio alla speranza: trauma cranico molto grave, intervento di craniotomia, asportazione dell’osso occipitale destro per diminuire la pressione e speranze di sopravvivere quasi nulle. Lo stesso giorno dell’incidente, però, la segretaria di Liliana inizia a pregare per la guarigione della ragazza e quando la madre raggiunge Assisi, riceve dall’ospedale fiorentino la notizia che sua figlia ha ripreso a respirare in modo autonomo. Non solo, perché il giorno successivo riprende anche a muoversi e parzialmente a parlare.

Da lì in poi, quello della studentessa del Costarica diventa uno di quei casi in cui i protocolli medici, gioco forza, si fanno da parte: il 18 luglio la Tac mostra la scomparsa dell’emorragia e l’11 agosto la ragazza viene trasferita per la terapia riabilitativa, ma dopo solo una settimana è ormai evidente che la guarigione completa è vicina. Così, a neanche due mesi dall’incidente, a settembre, madre e figlia sono di nuovo sulla tomba di Carlo a dire il loro infinito grazie con la preghiera.