Ha tappezzato la città di volantini. Una cinquantina, sparsi nelle zone più frequentate di Empoli, centro storico in primis. Perché è lì che, con ogni probabilità, abita il destinatario del messaggio. "So che hai il mio iPhone 12 pro. L’hai rubato tu, o forse l’hai comprato da un ladro. Si tratta di un reato. Restituiscilo o ti denuncio". Non è una minaccia ma una richiesta di aiuto, la pensata architettata dalla vittima del furto, un giovane insegnante fiorentino. Un appello disperato perché "in quello smartphone – scrive sul volantino Galileo Pini – c’è tutta la mia vita". Si è improvvisato detective, l’ingegnere meccanico 28enne residente a Firenze, che grazie alla tecnologia è stato in grado di mettersi sulle tracce del ladro.
Da qui la scoperta: il cellulare era finito a Empoli. Ed è da lì che Pini ha cominciato ad affiggere i volantini. "E’ iniziato tutto domenica 15 settembre – racconta l’insegnante di matematica e fisica – Ho trascorso la notte nel mio camper parcheggiato sotto casa perché non trovavo le chiavi per salire. Intorno alle 8 del mattino mi sono accorto dell’accaduto: qualcuno approfittando del finestrino lasciato leggermente aperto si è intrufolato mentre dormivo per portar via il cellulare che era in carica". Tutto in un frangente, sparisce anche qualche soldo. La prima cosa che Pini pensa di fare è raggiungere il mercatino domenicale delle Cascine a Firenze. Da quel momento inizia la "caccia al ladro" sfruttando i segnali lanciati a più riprese dallo smartphone che, anche se tenuto offline, è geolocalizzabile grazie all’account Apple. Il giorno del furto, il dispositivo lancia un segnale alle 22. Galileo salta in auto e si dà all’inseguimento. "Il ladro fa il percorso della tramvia verso Novoli, poi si sposta in FiPiLi e si ferma a Empoli. Magari abita lì. Decido di andarci il giorno dopo e appendere i volantini". Da mercoledì mattina c’è un nuovo percorso da seguire. E’ l’ultima posizione rilevata. Pini chiama i negozi di telefonia per informarli e presenta denuncia ai carabinieri. Del telefono però non c’è più traccia.